Directions
“Ogni decisione presa mi ha portato qui, in un’inutile serata, ridotta a essere lo zimbello di tutti quelli che brindavano alla mia festa di fidanzamento. Con la certezza che il mio domani non sarà migliore del mio oggi.”
Un altro libro di un’autrice che non riesce a passare inosservata. Naike Ror scrive narrando una prosa che non può definirsi solo Romance, ma che segue quel filo narrativo che la conduce a un genere unico accostando oltre i sentimenti anche il dramma, la suspense e un’ironia sapiente che fa solitamente da cornice alle sue storie. Con Tutti i baci che non ti ho ancora dato questa volta svela anche un tratto più introspettivo dei suoi protagonisti, in un viaggio verso la ricerca di sé stessi e di quel posto nel mondo che confermi il proprio status. Kathleen Howard Moore è una donna affermata che ha intrapreso la carriera diplomatica viaggiando per il mondo. Una donna dall’aspetto austero, glaciale e compito, come se le sue emozioni fossero stampate su un draft da seguire come memo giornaliero. Una famiglia ricca e rispettata che ha alimentato quel modo di vivere apparente come unica realtà esistente.
“Quando alzo gli occhi sulla finestra, loro mi stanno fissando, sbalorditi. E, in quel preciso istante, ho la certezza che quello che sto vivendo non è un sogno.”
Fino a quando ogni piccolo pezzo di quel castello così ben costruito si disintegra e Kathleen si ritrova per la prima volta a guardare con occhi diversi la vita nascosta che la circonda, fatta di menzogne, ipocrisie, inganni, dolori e tradimenti. Un uomo ricco e potente che pensava la amasse dopo aver annunciato al mondo intero il suo fidanzamento e che invece era occupato a tradirla tra le mura della sua stessa dimora. Una ricchezza effimera in cui era cresciuta e che le aveva dato il benestare per entrare nell’élite che affolla i salotti dell’Upper West Side di Manhattan, ma che con solo un colpo di spugna per un crollo finanziario della sua famiglia, l’aveva bandita come arrampicatrice sociale nel cercare un buon partito per potersi accasare. Una vita passata a mantenere quelle apparenze che ora sembrano diventate troppo strette e soffocanti per poterle ancora seguire.
La narrazione di Naike Ror ci porta a quel momento nella vita in cui le certezze diventano insicurezze, in cui le domande sono in cerca di risposte. Catartico il momento in cui Kathleen decide di intraprendere un viaggio verso le sue origini in un posto lontano dal suo mondo patinato, ma forse quando ti sembra tutto perduto c’è un momento nella vita in cui hai bisogno di un nuovo inizio e per Kathleen quell’inizio è la ricerca del suo passato.
“Era un nuovo punto di vista, un inizio: la possibilità di osservare le cose sentendosi sicura dietro alla soffice coperta bianca che le era stata offerta.”
Due mondi messi in contrapposizione che tengono il fervore della prosa, incatenando il lettore a un’ironia schietta e reale nel vedere una donna degli alti borghi di Manhattan confrontarsi con gli abitanti di un paesino di cinquanta anime nello sperduto Montana. Una realtà diversa che appartiene alla natura e non più agli svettanti grattacieli di New York. Un ambiente familiare dove un sorriso o un semplice caffè è qualcosa da riscoprire in mezzo a persone strane che con quelle stranezze ti fanno sentire come un pesce fuor d’acqua. Ma è anche quella vita fatta di sentimenti, di cibo buono e di compagnia che contrasta con il mondo apparente e ingannevole dove per un solo passo falso vieni escluso da tutto.
“Ryan Parker aveva un fascino tutto suo e non era uno di quei damerini convinti che corteggiare una donna significasse dimostrare qualcosa.”
Un uomo glaciale dallo sguardo burbero e dalla lingua tagliente, che Kathleen incontra nel suo viaggio, è quanto di più vero ci sia in questa storia. Ryan Parker è l’orso che si svela essere la persona più onesta e altruista. L’alter ego maschile del freddo e ostico temperamento di Kathleen. I loro incontri sono alimentati da battute sferzanti, sguardi al vetriolo e piccole ripicche, ma mai mi sono divertita così tanto a guardare due titani battersi a suon di orgoglio. Il loro rapporto sa di una passione nascosta che lentamente sconfigge quelle incertezze in un mondo dove il calore è sentito nelle cose tangibili e nelle semplici esperienze.
Un romanzo che affronta di petto le scelte della vita, quelle che pensiamo di non desiderare ma che poi si svelano quelle che meglio ci appartengono. Uno scorcio di tutto ciò che è più effimero e attraente, contro quello che invece è reale e tangibile. Due protagonisti sicuramente male assortiti, ma che nella loro diversità, solo insieme si sentono più vivi. Una vista meravigliosa sulle montagne innevate del Montana, di cui in modo minuzioso e dettagliato l’autrice ci racconta descrivendo di favolosi panorami. Un libro che ti entra dentro per la sua genuinità, per il modo in cui affronta il rinascere dei desideri e del sentirsi utili per l’altro. Una donna che aveva perso tutto tranne il coraggio di iniziare tutto da capo e un uomo fatalista che non pensava di innamorarsi di un parka di cashmere e di stivaletti di alta moda italiana. Ma la vita è anche questo, un compromesso in cui ci sono delle priorità e i sentimenti, la passione e l’amore riescono sempre a unire e mai a dividere. L’originalità ormai nota di Naike Ror è riuscita a scrivere di due mondi diversi che possono coesistere in un romanzo frizzante, romantico, passionale e introspettivo in cui i baci sono solo la fine di un nuovo inizio.
“le braccia di Ryan erano all’improvviso quella casa che non aveva mai posseduto e che aveva imparato a conoscere.”
Bellissimo!!!
Tiziana