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“Mi accorgo che è tutto vano, il tentativo di fare l’equilibrista tra anima, razionalità e cuore rischia di farmi precipitare nel vuoto e non c’è nessuna rete di salvataggio in fondo al burrone ma solo una iena affamata con le fauci spalancate pronta a divorarmi”
The Second Match si apre nel momento in cui Antony e Winter si incontrano di nuovo dopo dieci anni e l’impatto e la sorpresa sono devastanti. Subito dopo l’autrice torna a dieci anni prima quando, diciassettenni, i due protagonisti si conoscono durante l’ultimo anno di liceo e tra loro scoppia un grande sentimento, una passione unica che li accompagnerà per tutto il resto della loro esistenza.
Il racconto del loro amore adolescenziale, la sua nascita e la sua evoluzione, è la storia centrale intinta di una passione alienante, fino a quando si ritorna al presente e a un palese odio profondo tra loro, a un dopo che li ha separati, senza sapere più nulla l’uno dell’altra per dieci lunghi anni.
“Il destino è venuto a disturbarmi di lunedì e io odio il lunedì mattina, i vestiti stretti e Antony Esposito”
“Neppure in un milione di anni avrei creduto di rivederla, non dopo averla cercata per mari e per monti. A un certo punto ho anche pensato fosse morta come dicevano. Invece…”
Winter e Antony non ci mettono molto a riscoprire quell’attrazione sessuale che li aveva legati e accomunati tanti anni prima, ritrovando un’intesa fisica prepotente che li destabilizza inizialmente ma che li fa ritornare “nell’unico posto dove vogliono stare”.
Il loro amore nasce appunto sui banchi di scuola e parte da una stupida scommessa visto che Antony è il promettente e bellissimo linebacker della squadra di football, figlio unico di due affettuosi emigranti napoletani, che ambisce a entrare in una grande università e a diventare una star della NFL. Winter invece è la sfigatissima e bullizzata figlia del pastore della comunità in cui vivono. I suoi genitori sono due persone represse e retrograde e la ragazza è abituata ad essere invisibile agli occhi di tutti perché il loro credo li porta a credere che tutto sia peccaminoso e nella loro casa le regole che vigono sono severissime. La proposta inaspettata da parte del gruppo delle Rally Girl – ragazze che affiancano i giocatori di football in tutte le loro “attività”- coglie di sorpresa Winter, ma sapere di poter stare vicino ad un ragazzo così bello e affascinante come Antony le fa correre il rischio di incorrere nelle punizioni dei suoi genitori.
Il racconto è minuzioso e carico di emotività, il lettore si appassiona a questa bellissima storia d’amore che provoca l’invidia e la non comprensione di diversi personaggi vicini a loro e che deve rimanere segreta agli occhi dei genitori di Winter che sicuramente non approverebbero.
Dopo l’episodio eclatante che li separerà, si torna al presente e al loro impetuoso e repentino riavvicinamento.
“Guardami, cerasé, non è rimasto niente del ragazzino che ti amava. Sono un uomo rude che non prende nulla sul serio se non il lavoro per cui sputo sangue ogni giorno. Tutto quello che conoscevi di me è morto il giorno in cui mi hai spezzato il cuore”
Dieci anni sono tanti da recuperare, un’intera generazione quasi, soprattutto in un’età tra i 17 e i 27 anni quando una persona diventa adulta, una crisalide si trasforma in farfalla, quando si compiono scelte personali e professionali importanti per il proprio futuro e, a parte alcuni episodi che si rivelano poi fondamentali per spiegare la loro personalità presente, il tempo che li ha visti divisi viene dall’autrice quasi solo volutamente menzionato, come un momento di attesa.
“Della ragazzina che frequentava il liceo non è rimasto neppure l’involucro. Sono adulta, adesso. Non ho paura di nulla e di nessuno perché ho davvero guardato il Diavolo negli occhi e gli ho sussurrato di andare a fanculo. Sono una sopravvissuta”
Entrambi partono sicuramente da una fisicità conosciuta e un’attrazione mai sopita che li unisce come calamite. I loro corpi, oltre che il loro cuore, non hanno mai cancellato le impronte lasciate, ma due persone che si ritrovano dopo dieci anni è come se si conoscessero di nuovo e devono riscoprirsi da zero. È vero che tra loro c’è un sentimento potente ma tutta la quotidianità non condivisa per così tanto tempo non può racchiudersi in poche pagine. Avrei voluto esplorare ancora i sentimenti di entrambi nella perdita prima, nella non comprensione di non volersi far ritrovare poi, ma anche nella lenta e inevitabile scelta di sopravvivere l’uno senza l’altro mentre il mondo gli chiedeva di essere di nuovo protagonisti di una nuova esistenza ritrovando dentro la propria anima i sogni che credevano infranti per sempre; raccoglierne con delicatezza i frammenti rimasti e ricucirli con nuovo vigore pur con un velo di immutata malinconia.
Cara Irene non hai anche tu il desiderio di scrivere uno spin off sui dieci anni lontani di Antony e Winter? Facci sognare!
Cristina