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“Non volevo accadesse tutto ciò, ma non sono riuscita a evitarlo perché, quando mi sei accanto, il mio cuore batte così forte che sento solo quello…
Hai un sorriso meraviglioso, illumina il mio mondo. Mi fai impazzire e, il più delle volte, mi confondi… Hai una luce dentro, che risplende…”
Il terzo libro della serie sport romance “Wild football player ” di Irene Catocci ha per protagonisti Roho – la pantera nera – e Pilar. Lui lo abbiamo conosciuto nei due libri precedenti ambientati nel college, compagno di squadra di Louis – il leone rosso – e Theo – il giaguaro -. I ragazzi giocano tutti da professionisti: Roho, nella stessa squadra di Theo, i Cincinnati Bengals in Ohio.
Roho è il middle linebacker, un difensore della linea centrale del gioco. È colui che sta dietro agli uomini di punta della sua squadra e impedisce al quarterback avversario di avanzare.
“Il campo di gioco è la mia arena e mentre mi scaglio a tutto fuoco contro l’avversario mi sento come un gladiatore che combatte per la sua sopravvivenza…
Mi sono donato anima e corpo a questo sport, che mi ha salvato in più di un’occasione da quando ho memoria. Per il colore della mia pelle, per il mio passato doloroso e per altri mille ostacoli che ho trovato lungo il cammino da quando sono entrato per la prima volta in un campo da gioco. Il football mi ha salvato dalla solitudine, mi ha insegnato a guardare in grande e pensare al futuro”
Questo romanzo mi ha travolta proprio come fa Roho quando atterra il miglior quarterback della squadra avversaria. L’ho letto tutto d’un fiato perché un personaggio così non può non colpirti per la sua esuberanza ma anche per la sua innata simpatia e tenerezza che si scopre man mano che lo si conosce.
Anche Pilar viene travolta da questo ragazzone, compagno di squadra di suo fratello Reid, che inizialmente sembra uno sbruffone esibizionista ma che poi riesce a vincere la sua diffidenza verso la categoria e a farla sentire protetta senza opprimerla, come non le era mai capitato prima, soprattutto in un momento della sua vita in cui si sente più vulnerabile.
“Roho mi piace, anche solo come amico, come persona sana di principi, che aiuta una perfetta sconosciuta che si trova nei guai senza chiedere nulla in cambio!”
Pilar è cresciuta in una famiglia ambiziosa e gelida di emozioni e sentimenti, che non l’ha mai ascoltata ed ha sempre imposto le sue decisioni pretendendo il massimo da lei senza porre minimamente attenzione alle sue attitudini e ai suoi desideri.
Roho invece, dopo un’infanzia estremamente difficile e dolorosa, viene adottato da due genitori americani che lo amano fin da subito e non lo abbandonano nella ricerca di sé stesso e delle sue origini durante le inevitabili crisi adolescenziali.
Roho e Pilar si sposano, dopo poco tempo che si conoscono, sorprendendo tutti con un matrimonio “fake” con tanto di contratto prematrimoniale e regole da rispettare. In poco tempo, la quotidianità, la vicinanza, la convivenza, apparentemente superficiali e di comodo, si trasformano da subito in “qualcosa di più” che inizialmente non comprendono ma che diventa piano piano essenziale per entrambi.
“Perché ci tengo a questo matrimonio, nato come un gioco pericoloso e trasformato nella cosa più vera della mia vita”
La lettura è scorrevole e a tratti davvero esilarante. Roho è un personaggio unico nel suo genere: simpatico, accattivante, talvolta imbarazzante. L’autrice riesce con la sua prosa a rendere reali persino le smorfie che lo caratterizzano.
Mi piacciono i libri che non solo hanno una trama avvincente e appassionante che emoziona e intriga, ma che regala spunti di riflessione su aspetti della vita e della quotidianità. Questo romance pone l’accento su due punti in particolare: sull’importanza di saper ridere con il proprio partner, ironizzare su ciò che ci accade anche di non piacevole e imparare insieme ad alleggerire le pesantezze che a volte gravano sulle nostre spalle. Questi sono atteggiamenti che aiutano la coppia a far accrescere una complicità che unisce e accomuna giorno dopo giorno. L’altro pensiero è sulle aspettative che noi genitori abbiamo sui figli: è difficile sostenerli nelle loro scelte, soprattutto quando non coincidono con quello che abbiamo sempre sognato per loro o che avremmo voluto realizzare nella nostra vita. Questo pone l’importanza sul fermarsi ad ascoltarli quando hanno voglia di parlare, rispettare il loro pensiero anche se diametralmente opposto al nostro, sorreggerli quando sbagliano senza sostituirci ad essi, saper chiedere scusa quando esageriamo, accoglierli sempre quando tornano…felici, tristi, amareggiati, stanchi, entusiasti, feriti…
Cara Irene, grazie per questa serie…dopo il leone, il giaguaro, la pantera…il prossimo chi sarà?
“Perché chi si ama non si tradisce e io ti amo”
Cristina