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Stringimi l’anima di Kiara Maly non è un libro da leggere a cuor leggero, non lo potrei mai classificare come uno di quei libri piacevoli e frivoli che non portano i lettori oltre ai sorrisi e alle emozioni trattate in modo “soft”, ma al contrario scava dentro fin dalle primissime pagine con una profondità che non ti abbandona mai e si insinua sottopelle. “Profondità” è decisamente una costante del romanzo e spazia passando dalla trama, alla costruzione dei personaggi, alle riflessioni, fino alla cura delle parole scelte. Non è solo un romanzo che racconta una dolce storia d’amore tra due protagonisti che all’inizio sembrano opposti e destinati a vivere in mondi paralleli, ma è un libro che vi avvolgerà con la presenza di una seconda storia d’amore, ovvero la riscoperta e la ricerca dell’amore verso sé stessi.
Guglielmo e Giulia sono due protagonisti che si collocano agli estremi: tanto è spigliato, socievole e sicuro di sé Guglielmo, quanto Giulia è introversa, fragile e diffidente. Il primo è Guglielmo detto “Il conquistatore” per le innumerevoli stragi di cuori che colleziona da vero Casanova preferendo impostare le relazioni con il gentil sesso solo sulla sfera fisica. La seconda viene definita dallo stesso Guglielmo “Cappuccetto Rosso”, per la sua aria indifesa e timorosa del mondo. Tuttavia Guglielmo capisce subito che Giulia è molto di più di quanto appaia, è un rebus da decifrare: sotto quegli occhi verdi si cela una tempesta di sentimenti.
I due si incontrano, o meglio si scontrano, per caso e cominciano a frequentarsi come amici creando una complicità immediata dove l’attrazione mentale e lo star bene insieme rincuorano i due ragazzi che a poco a poco cominciano a provare sentimenti, che vanno ben oltre la semplice amicizia.
“Ho l’impressione che Guglielmo, con quest’unico bacio, sia capace di penetrarmi nell’anima, di toccare la profondità del mio essere, rivelandola in tutta la sua bellezza. Nessuno è mai stato così a fondo dentro di me. Neppure io.”
Ambedue celano delle sofferenze e degli incidenti di percorso che li hanno profondamente segnati nella loro vita nonostante le giovani età. Se Guglielmo porta il peso delle sofferenze nel cuore ma in qualche modo continua la sua vita, al contrario Giulia si autodistrugge. Infatti l’autrice, in modo coraggioso e originale, decide di presentare Giulia come una ragazza che soffre di anoressia a uno stadio moderato.
Il tema dei problemi alimentari è un tema attuale, conosciuto e decisamente diffuso che in qualche modo ha toccato buona parte di noi, se non direttamente anche indirettamente magari affrontato da nostri conoscenti. Le parti dove Giulia è completamente succube della sua ossessione mi hanno destabilizzato, le sensazioni mi sono arrivate come un pugno dritto allo stomaco provocandomi brividi. Mi sono sentita spiazzata, come nelle sabbie mobili, impotente davanti alla descrizione di un declino preannunciato e destabilizzata dalla facilità con cui l’incubo e il conseguente baratro si manifestano.
Le parole scelte non sono banali, si percepisce lo studio approfondito dell’autrice che scrive ed emoziona in modo magistrale, trattando un argomento non semplice. Nonostante il tema delicato, non pensate che il libro sia pesante perché Kiara vi destabilizza riuscendo abilmente a creare un’armonia nella trama senza appesantire la lettura, ma portando il lettore a riflettere esattamente dove l’autrice ha deciso. In più il libro è molto scorrevole e vi ritroverete davanti al dilemma di rallentare per assorbire le tante emozioni e la forte curiosità di sapere come i nostri beniamini affronteranno le loro scelte.
Ho trovato meraviglioso come una delle tante chiavi di lettura è l’importanza della leggerezza che i due giovani ritrovano e insieme decidono di coltivare come arma e scudo contro le loro prigioni mentali fortificate da episodi negativi, sofferenze, bullismo, morte e malattia.
“Il suo forte abbraccio suggella la nostra unione. E il mio cuore si libra oltre queste pareti. La leggerezza non è un traguardo fisico, tangibile, calcolabile in chili. La leggerezza è un’aspirazione interiore, una meta spirituale, ideale. Da adesso, la leggerezza per me ha un altro nome, anzi ne ha tre: Guglielmo, Gufo, Il conquistatore. Mi ha davvero conquistata. Testa. Corpo. Anima. Vita”
Sono convinta che ogni lettore troverà messaggi profondi su cui riflettere. Come ad esempio l’Amore che in questo libro assume innumerevoli sfaccettature; si trasforma nel sentimento totalizzante che provano i due ragazzi, in un’arma per combattere le proprie fragilità, nell’obiettivo di vita da raggiungere e riconquistare, nell’affetto di genitori che da umani sbagliano e cercano di rimediare ai loro errori, nel supporto tra amici e fratelli, nella sensibilità d’animo volta ad aiutare il prossimo.
“Non posso darti tutto il mio amore, se prima non amo me stessa. E tu non sapresti mai chi hai accanto”
…
“Gima, grazie a te, ho capito cos’è l’amore e cosa significa amare. E sono felice che tu sia tornata da me, perché ero certo che non avrei potuto amare nessun’altra come te”
La prima parola che mi è affiorata alla fine del libro è stata “grazie”, un ringraziamento scaturito dal cuore nei confronti dell’autrice che non conoscevo e che ammiro per la scelta della trama, per aver affrontato in modo lodevole un tema così importante e per avermi regalato uno scrigno prezioso di messaggi ed emozioni. Mi auguro di cuore che sia la stessa sensazione che proverete anche voi al termine della lettura.
Ilaria