Directions
Ritorno a Forest Lake è un romanzo storico ambientato negli anni della Seconda guerra mondiale, dal 1939 al 1945 circa. È un romanzo corale, di amicizia e di amore ma anche di condivisione di sentimenti di affetto, di paura e di coraggio in un periodo buio per tutta l’umanità contemporanea. I protagonisti Andrew Murray ed Eleanor Smith, si incontrano a vent’anni proprio a Forest Lake, una località ai confini Chicago negli Stati Uniti.
Andrew è stato mandato dal padre, un conte londinese, a vivere negli Stati Uniti con uno zio, a causa dell’imminente scoppio del conflitto in Europa. Il giovane inizialmente non capisce il motivo di questa scelta, vorrebbe andare a combattere, contribuire alla difesa del suo paese come stanno facendo molti suoi coetanei e amici.
Eleanor vive come cameriera nella casa della sua amica Beth, che la considera come una sorella. È una ragazza solare nonostante le umili origini, che ama rifugiarsi in luoghi isolati a leggere i suoi amati libri. I primi incontri tra i due ragazzi sono turbolenti, non riescono a trovare un punto d’incontro senza stuzzicarsi o litigare. Si prendono in giro pur percependo di essere attratti l’uno dall’altra.
“Qualcuno che si innamori di una piccola volpe, con quei capelli tutti rossi.
E dove mai potrai trovarlo?”
Iniziano entrambi a studiare a Chicago, Andrew all’università insieme a Beth e al cugino Steve ed Eleanor frequentando dei corsi intensivi di francese, la lingua di origine dei suoi nonni.
In America il conflitto europeo preoccupa ma non spaventa fino in fondo. La guerra è vista ancora come una cosa lontana, senza mai percepirne la pericolosità. Pertanto i quattro giovani fanno una vita perlopiù spensierata, tra studi e divertimenti, come tutti i ragazzi della loro età. In particolare Eleanor e Andrew si avvicinano molto, sentono di avere una sensibilità comune, intuiscono che le loro esistenze non potranno continuare così ancora per molto.
“Adesso sapeva che quel ragazzo, che inizialmente le era sembrato tanto viziato e snob,
nascondeva un grande senso di vuoto, incapace di capire dove volesse andare”
Nel 1942 anche gli Stati Uniti entrano in guerra e tutto si ferma… è come se una bolla gigante intorno a loro scoppiasse. Le persone si guardano negli occhi con stupore misto a terrore, interrogandosi su come agire da quel momento in poi.
Andrew decide che non può più stare con le mani in mano senza fare nulla e, grazie allo zio, si arruola nell’esercito statunitense con l’intento di riuscire, in un secondo momento, anche a ritornare in Inghilterra.
“Non posso più stare qui a guardare da lontano, come un codardo,
mentre i miei parenti e amici soffrono e muoiono ogni giorno”
Eleanor, grazie alla conoscenza eccellente del francese, viene intercettata dal governo per arruolarsi come infermiera e dopo un impegnativo addestramento, si imbarca su una nave ospedale americana alla volta dell’Europa.
“Vado perché devo, perché sento che è la cosa giusta da fare,
perché è quello che darà un senso alla mia vita”
Nei capitoli brevi ma intensi del libro, si susseguono le vicende e le vite di Andrew ed Eleanor nei luoghi coinvolti dalla guerra. Le loro esistenze si sfiorano continuamente senza mai incontrarsi e nei brevi momenti nei quali riescono a permettersi dei momenti di tregua, si rendono conto che nel loro cuore è nato un sentimento forte e, ancora inconsapevolmente, indistruttibile.
“La sua mente tornò di nuovo a lui. Anche in quel frangente, si insinuava nei suoi pensieri. Eleanor sentì il bisogno di averlo accanto, abbracciarlo e sentirsi protetta da lui”
Liana Zimmardi scrive un romanzo gentile e appassionato. I sentimenti sono vissuti con riservatezza, una qualità che mi appartiene e che apprezzo nelle persone che incontro. In un’epoca come la nostra, piena di immagini ostentate sui social, a volte forzate solo per mostrare qualcosa anche quando non c’è bisogno, ho apprezzato molto questo libro che oserei definire delicato ma intenso, pieno di speranza in un periodo così triste e distruttivo. Non ci sono scene di sesso esplicite, come in tanti romance contemporanei, che in questo caso non sarebbero state appropriate.
L’autrice ci insegna a non mollare mai, ad avere fiducia nei propri sentimenti e nelle proprie capacità, anche quando la realtà a volte ci sembra enorme, incomprensibile e soprattutto senza spiragli di luce come lo è stata l’epoca che ci viene raccontata.
“Dobbiamo inseguire i nostri sogni superando la paura per trovare la felicità,
che non busserà mai alla tua porta se tu non la cercherai”
Cristina