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Resta tra le mie braccia di Kiara Maly è il secondo libro della serie Holdme che ci riporta tra le vie milanesi e ci fa incontrare buona parte dei personaggi amati in Stringimi l’anima che vi consiglio di recuperare prima di intraprendere questa lettura. Seppure questo romanzo sia autoconclusivo, grazie al primo libro certe dinamiche e caratteristiche dei personaggi vi aiuteranno ad immergervi completamente nella storia. Onestamente ho amato il primo libro per innumerevoli motivi e anche con questo secondo romanzo l’autrice non mi ha delusa bensì mi ha regalato una storia colma di dolcezza, speranza, forza e tanto amore.
“Se già prima di stare insieme supponevo di nutrire un forte sentimento per lei, ora sono convinto al cento per cento che è l’unica donna che sarò mai in grado di amare.”
I protagonisti sono la dolcissima Lulù e il romantico Walter, per gli amici Wapo, segretamente innamorati l’uno dell’altra che finalmente dopo anni si svelano e provano a lottare per il vero amore. Difatti Lulù e Wapo si conoscono da sempre, lei è la sorellina del migliore amico di Wapo e quest’ultimo è stato accolto nella famiglia di Lulù come se fosse un terzo figlio. Questo aspetto non è banale perché verrà vissuto più volte dai protagonisti come uno dei tanti ostacoli verso l’ufficializzazione della loro storia. Infatti, le circostanze familiari hanno un ruolo primario dovuto all’incidente che Lulù e il fratello hanno avuto quattro anni prima dove la ragazza è rimasta paralizzata nelle gambe. Un incidente che ha dilaniato la famiglia, e ovviamente i loro cuori, e che in primis ha strappato la spensieratezza di una sedicenne piena di vita.
L’autrice ci catapulta quattro anni dopo dove la consapevolezza delle conseguenze lasciate dall’incidente è ormai radicata. Lulù ha ormai una routine ben scandita e soprattutto si trova nel suo guscio che la protegge dall’esterno, portandola ad estraniarsi da tutto e da tutti ad eccezione dei famigliari e di un paio di amiche. Wapo rincontra Lulù dopo un po’ di anni e si affaccia in punta di piedi nella nuova vita della ragazza.
“Vorrei smetterla di investirlo con l’espressione adorante, gli occhi spalancati e le labbra curvate all’insù, eppure mi risulta impossibile. Walter Poggio è un angelo. Premuroso, tenero, dolce.”
Tuttavia, si percepisce Lulù come in una situazione di equilibrio precario, dove la routine comincia a starle stretta e lei a tratti vorrebbe scappare come un cavallo imbizzarrito. Proprio questo disagio arriva al culmine durante gli inizi della storia con Wapo, dove la ragazza è attanagliata e oppressa da sensi di colpa e rimorsi nei confronti dell’innamorato. Non si sente abbastanza e la sua fragilità emerge in modo dirompente come una cascata, è così forte il turbinio di pensieri che vi sembrerà quasi di provarli in prima persona. Nonostante gli innumerevoli gesti di amore che Wapo in continuazione le manifesta, Lulù capisce di non sentirsi pronta e la favola d’amore che assaporerete nella prima parte del libro vi esploderà in mano lasciando solo stralci malinconici di un amore passato.
Lulù è attraversata da un caleidoscopio di emozioni tipico della gioventù dove si cresce e si cerca di capire chi siamo e che cosa vogliamo realmente. Ed è meraviglioso assistere a questo percorso di crescita, dove la piccola Lulù pagina dopo pagina si riappropria della vita, modellandola ai suoi sogni, ai suoi valori, indipendentemente da cosa il destino l’ha obbligata a subire.
“Per crescere, è necessario misurarsi con le proprie paure..Spesso si scopre che sono più voluminose nella nostra testa, di quanto risultino una volta concretizzate nella realtà”
Se da un lato farete il tifo per Lulù e per la sua forza nel compiere un percorso di crescita personale lodevole, dall’altra parte sarete perennemente frustrati dalla lontananza dei due protagonisti che cercano di voltare pagina ma rimangono sempre con il solito nome tatuato sul cuore e nell’anima. Difatti se la prima parte presenta una storia con un percorso lineare, chiaro e naturale, al contrario la seconda parte vi trasporta in una dimensiona caotica, ingarbugliata, tortuosa, fatta di ripicche, parole non dette, sentimenti repressi in nome della felicità dell’altro.
“La sua felicità vale più della mia, l’ho sempre proclamato ed è giunto il momento di dimostrarlo nei fatti, oltre che nelle parole.”
“E’ questo il significato di vero amore? L’atto totalmente altruistico di consegnare la donna che ami tra le braccia di un uomo più degno di te? Se davvero è così, perché produce un dolore insopportabile?”
Eppure, nonostante abbia faticato nell’assistere alla lontananza dei protagonisti, le parti successive sembrano voler gridare che si sono allontanati per ritrovarsi più vicini di prima. Tutto ciò sembra razionalmente un ossimoro ma l’amore non sempre è logico.
La scrittura dell’autrice è sempre molto scorrevole e la trama è così ben strutturata che anche in questo caso è stato difficile staccarsi dal libro fino alla fine, la quale riempie il cuore di gioia ed ha il sapore della rivincita. Attorno alla storia d’amore, ci sono tanti temi trasversali mai banali che aggiungono spessore alla lettura, per citarne alcune: tematiche sulla crescita personale, sulla diversità e sugli ostacoli che la vita presenta ma che non devono spezzarci.
Infine, ho amato il titolo e soprattutto il riferimento all’interno del libro, un momento magico che incanta il lettore dove abilmente quelle cinque parole assumono sfumature di protezione, affetto, supporto, rispetto ed amore.
“Ti vorrò sempre. Ti amo, Lulù”. Reclino il capo per raggiungere le sue labbra. Dio, mi pare di rinascere. “… non opporti più, resta con me. Resta tra le mie braccia”
Ilaria