Directions
Ci si aspetterebbe mai che un bandito della peggiore specie, impavido, pericoloso e vendicativo sia pronto a combattere una vera guerra per tenersi accanto la donna che lo ha colpito nel profondo, annientandolo con le stesse armi con cui ha cercato di perseguitarla?
La risposta è da ricercare nella mente di un uomo, che ha fatto di quella donna la sua ossessione. Angel e Mian sono pronti a uccidersi, per poi frantumare in mille piccolissimi pezzi quell’odio che li consuma, quando un insano bisogno di possedersi predomina su tutto. E’ come il gioco al gatto e il topo. Un sottile piacere nello sfidare la rottura finale senza mai volerla realmente. Un gioco sfiancante che produce scariche di pura adrenalina e che riesce a renderti vigile come se fossi assetato della prossima mossa che intendono giocare.
Ora però si gioca ad armi pari.
Ognuno conosce il segreto dell’altro.
Ora Angel e Mian non sono più soli. Nel gioco si è affiancato un intero regno che reclama la propria discendenza. Angel ha preso il posto di suo padre, come erede legittimo della dinastia dei Knight. Ma non è il solo a contendere lo scettro del potere. Per mantenere il suo diritto dovrà scambiare ciò che ossessiona la sua anima. E per proteggerla è pronto a combattere una guerra.
“Vuoi che io combatta questa guerra per tenerti con me? E allora così sia.”
Knight è il capitolo finale della duologia Il duetto rubato di B.B.Reid. L’ultimo capitolo di Bandit ci aveva lasciato con non pochi interrogativi. In Knight, troverete finalmente le risposte a ogni vostra domanda. Ma quello che l’autrice ha voluto lasciare al lettore è forse qualcosa di più, che ha reso il finale di questa storia memorabile. Angel e Mian sono due personaggi sicuramente complessi. Vorticati da una rete di vicende che li ha resi diffidenti e pericolosi, seppellendoli in un mare di bugie e di misteri, da non riuscire a capire dove si nasconda la verità dietro quegli intrighi di poteri e di omicidi che hanno avvolto la loro vita. L’unica cosa che esiste di reale fra loro, rivelandosi ogni volta che si respingono, è un senso viscerale di appartenenza. Possessione, ossessione, non c’è un vocabolo preciso per definire cosa succede ai loro corpi quando si avvicinano. C’è una volontà sovrannaturale di appartenersi e, nello stesso modo, di non volersi accettare. Mettersi a nudo su cosa li ha portati a odiarsi e non essere sicuri fino in fondo che, una volta tolto l’ultimo frammento della maschera, ce ne sia un’altra ancora più nascosta, è l’ostacolo che nega la loro passione in sentimento e la paura in fiducia.
Angel non è il cavaliere oscuro, è un uomo vissuto e alimentato dal dominio di una famiglia che gli ha tramandato il potere della malvagità. E’ convinto di meritarsi quel trono che ha ereditato, ma ancora più ossessionato dalla paura che lo stesso, possa annientare quell’unica parte della sua anima che lo rende umano. La sua vulnerabilità vi farà impazzire, perché non si confonde nei contorni, è viva e reale, sembra quasi l’imperfezione di un dipinto oscuro che cela sotto di esso un trionfo di colori. La brama di tenersi vicino quella donna che potrebbe portarlo a combattere una guerra contro tutto e contro tutti, sarà quanto di più naturale ci sia in un uomo desideroso di sentire solo il suo calore.
“Non volevo possederla o strapparle via quanto c’era di più bello in lei.”
“Volevo proteggerla.”
“Accudirla.”
“Tenerla, sibilò la bestia.”
Mian è la donna forte e coraggiosa che si è cibata della sua malvagità per proteggere sé stessa e suo figlio. Ha giocato con le stesse armi di Angel per entrare nella sua mente e nel suo cuore, e impiantare il timore di perderla per sempre. E’ stata nemica e poi alleata. Una guerriera coraggiosa che non ha ceduto di un passo, negandogli ogni speranza di poterla trattenere. La luce che intravede, oltre quel mondo oscuro e tenebroso, è l’unica strada che è intenzionata a percorrere. Angel e Mian sono stati corrosi dai loro stessi tradimenti e la via del perdono non è semplice, implica scelte e rinunce alle quali ci si può arrivare solo facendosi trasportare da quella brama di appartenersi. Il diavolo dovrà spogliarsi delle sue vesti, per convincere il suo angelo che anche lui è in grado di volare.
“Non puoi sapere cos’è giusto finché non lo hai provato, e noi non abbiamo mai avuto la possibilità di capirlo. Non ci sarà mai nessun altro per cui perderei una guerra e, se dovessi, cadrei di nuovo per far risorgere te”
Accettazione, rinunce e scelte sono le parole che definiscono gli ultimi capitoli di questa duologia, che non ha mai finito di stupirmi. Kinght non è il secondo volume dopo Bandit, ma lo definirei la sua continuazione. Potresti iniziare dal primo, per poi passare al secondo volume, sfogliando semplicemente la pagina successiva. B.B. Reid ha usato il suo dono per trattenere il lettore con un filo immaginario senza mai spezzarlo. Incatenandolo alle sue parole, è riuscita a creare una storia in cui suspense e sfumature dark sembrano incastrarsi perfettamente con l’erotismo e la passione di un vero e proprio romance. Una coesione di generi diversi che, miscelati nella giusta dose, hanno creato una storia perfetta. Avvincente per il plot narrativo, adrenalinica per gli incessanti colpi di scena, e soprattutto passionale per i suoi personaggi che non sono mai riusciti a trattenere le loro emozioni. Odio, vendetta, passione, erotismo, sono stati il motore trainante di una giostra con cui continuamente venivo rimbalzata da sentimenti di angoscia a quelli di puro piacere. Sono stata sospinta da una spirale di fitti intrighi dove ho cercato più volte di venirne fuori. Ho aspettato con trepidazione un finale, che potesse ricucire le ferite e spazzare via tutto quell’odio che sentivo ingigantirsi come un macigno. Ho sperato e bramato in una ricompensa che potesse farmi ricredere su tutto. E alla fine, ho sfogliato le ultime pagine come fossero la realizzazione di un sogno così tanto desiderato. B.B.Reid non mi ha delusa, è riuscita a regalarmi il finale che attendevo. Quello più giusto, il solo che poteva dare a questa storia la speranza di una redenzione.
“Eravamo nemici sfiniti dalla battaglia, che combattevamo ancora contro il bisogno di amarsi l’un l’altro.”
Tiziana