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“L’arte suprema della guerra è quella di sottomettere il nemico senza combattere:” – SUN TZU
Circa due secoli fa il Generale Sun Tzu scriveva queste parole nel famoso trattato “L’arte della guerra”. Il significato non è banale: la capacità di mettere in atto una strategia che stani il nemico senza combattere. Perché sottomettere il nemico vuol dire conoscere ogni sua mossa, prevenire ogni suo attacco, spezzarlo nei punti più deboli, e indurlo a sottomettersi quando diventa palese che per sopravvivere l’unica arma che gli resta è quella di arrendersi. Lui, Angel Knight, l’uomo senza scrupoli, potente, vendicativo, il bandito che uccide senza alcun accenno di tremore, conosce il nemico molto bene, ne è ossessionato. Lo ha per anni allontanato per paura di sopraffarlo, usando un reverenziale timore dettato da un senso di protezione e di rispetto. Lei, Mian Ross, è il suo nemico. Una ragazza esile, con un corpo fragile, dalla pelle chiara e dagli occhi più verdi dell’Amazzonia che come due fari sanno abbagliarti per ridurti un’ameba. Una ragazza temprata dal dolore e dalla fame. Rimasta sola e abbandonata per un destino avverso che gli ha giocato contro. Ma lei non si è spezzata, è caduta e si è rialzata. Le sofferenze hanno rafforzato la sua indole coraggiosa e fiera. Ora Mian ha giocato sporco, per sopravvivere ha rubato ad Angel la cosa più preziosa e lui, offuscato dall’odio per una vendetta mai sopita e dalla paura che la sua ossessione lo renda un minimo vulnerabile difronte al suo nemico, usa l’arma più potente, quella più sporca. Le rapisce suo figlio.
“Ti perseguiterò dal momento in cui esalerò il mio ultimo respiro, fino a quello in cui esalerai il tuo.” Lanciai uno sguardo ai suoi occhi e ci vidi qualcosa che significava molto di più della paura. Il vuoto.
Si affilino le armi, si aprano le danze per un gioco che vi porterà fuori di testa. Vi indurrà a girare le pagine in modo quasi frenetico. Vi incatenerà come spettatori per ogni loro mossa e ogni attacco. Sarete trascinati da un vortice di sensazioni che non riuscirete a frenare. Perché in gioco non ci sono solo le vostre emozioni, ma anche una voglia sfrenata di farne parte per combattere insieme a loro. Un gioco che a volte diventa quasi perverso. Ma quello che vi renderà drogati delle parole dell’autrice è una malsana voglia di vederli cedere. Perché, anche se il loro è un gioco mentale, di cui riuscirete quasi a sentirne i pensieri, i loro attacchi non basteranno a convincervi che Angel e Mian si odiano per davvero. Sotto strati e strati di malvagità, odio e vendetta, sarete abbagliati da un amore che imperversa. Un amore forse malato, ma così forte e potente da non poter essere offuscato nemmeno dall’odio. Angel è un cavaliere oscuro che, pur armato di una corazza di acciaio, non riesce a vincere l’ossessione per il corpo e la mente di Mian. Arriva a trafiggere se stesso per non compiere quel passo falso che lo porterebbe a cadere nel baratro. Riuscirete ad amarlo e a odiarlo. Ma se leggerete bene nella sua mente, è un ragazzo semplice diventato un bandito per conquistarsi un posto d’onore in una famiglia che ha fatto della malvagità il cardine della vita. Una vita dettata secondo delle linee guida molto discutibili. Eppure, è così folle da paventare una gelosia morbosa verso il suo nemico principale, e vi farà sorridere per questo, amandolo anche di più per la sua vulnerabilità che tenta invano di reprimere. Ma la vera eroina è Mian, un personaggio femminile che vi sorprenderà. Mian gioca con il diavolo vestendo gli abiti da diavolessa. Riesce a entrare nella mente di Angel per smascherare le sue debolezze. Un personaggio che ho amato quasi più del bandito. Questa è stata la mossa vincente dell’autrice, la genialità di aver creato un personaggio femminile così forte e tenace per combattere contro un uomo Alpha in una lotta alla pari, che porterà allo sfinimento. Ma bisognerà aspettare ancora per carpire i loro segreti, perché il gioco non finisce all’ultimo capitolo. Un intreccio narrativo fra presente e passato costruisce perfettamente le motivazioni del loro odio, ma la realtà che finalmente si snocciola pagina dopo pagina potrebbe essere solo una finzione. Rimarrete basiti e costernati perché tutto ciò che vi sarà sembrato vero potrebbe essere stato solo apparenza.
“Aspettai la sua prossima mossa. La bramai, addirittura. Davano dipendenza, la nostra canzone, la nostra danza. Il nostro ritmo era l’unico che riuscivamo a sentire”
Bandit non è un libro romantico come quelli che di solito fanno palpitare il cuore. Non ci sono cuori e fiori. E’ una storia poco romance con qualche tinta dark. È un viaggio senza ritorno negli abissi oscuri, dove tutto ciò che si vive riesce a oltrepassare le barriere della mente. Il loro gioco vi farà impazzire eppure resterete lì tenaci a immagazzinare ogni loro mossa, perché sono loro stessi vittime e artefici del destino. B.B. Reid, un’autrice quasi sconosciuta qui in Italia, è entrata di prepotenza nel mio cuore, ha saputo creare allo stesso tempo una storia travolgente per le sensazioni e adrenalinica per l’infinita suspense che mi ha tenuta incollata fino alla fine. Geniale per aver mantenuto la coerenza dei personaggi, giocando con maestria con le loro menti, sulla loro impulsività e sulla loro follia. Consiglio di leggere questo libro non solo a chi è amante del genere dark ma anche a chi ama quella tensione sessuale che porta all’esasperazione. Il loro amplesso sarà vissuto con dolore e sofferenza, ma sarà così intenso da sopraffare ogni vostro senso. L’ultimo capitolo vi farà ricredere su tutto, ma non allarmatevi e siate coraggiosi anche se dovrete aspettare di leggere il finale alla fine dell’estate prossima. Le mie emozioni sono state altalenanti, sono riuscita a entrare nelle loro menti, ho sofferto per il loro odio e sono riuscita a emozionarmi per il loro malsano amore e se un’autrice riesce a trapassare le pareti del cuore vuol dire che ha compiuto la Magia. Non vi resta che provare, vi garantisco che questo viaggio sarà irripetibile.
Buon viaggio!
Tiziana