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Data di Pubblicazione 5 Maggio 2022

Estratto
Quando avevo dieci anni e non ero l’unica a odiare i maschi, convinsi le mie amiche a fondare un club. Eravamo solo una decina di innocue bambine ma, dietro le nostre facce d’angelo, ci dimostrammo spietate, rispedendo al mittente tutti gli insulti, le prese in giro e i dispetti che nel corso della storia le ragazzine di tutto il mondo hanno subito passivamente dai compagni del sesso opposto.
Sembrava perfetto, ma si sa che le cose belle non sono destinate a durare. La nostra piccola cerchia non era preparata a quel ciclone chiamato pubertà, e perse dei pezzi. Alla fine rimanemmo in due, la mia migliore amica Monica e io. La nostra amicizia sembrava solida e inattaccabile. Pensavo che sarebbe rimasta immutata per sempre, almeno fino a quando qualcuno non me l’ha portata via con l’inganno.
Chi? Vi chiederete voi… vi darò un indizio: è viscido, stronzo e con le palle. Ah, dimenticavo: in questo momento sta proprio qui, di fronte a me. «Vittorio.» Sussurro, a denti stretti, mentre fisso l’essere più riprovevole dell’universo. «Eva.» Mi fa eco lui, ricambiando in pieno tutti gli improperi fermi sulla punta della lingua. Ci guardiamo in cagnesco, entrambi consapevoli di trovarci di fronte al proprio rivale. Il motivo della contesa? Monica, la mia migliore amica e, prima che questo damerino la circuisse per bene, la mia inseparabile compagna nella lotta femminile contro le discriminazioni di genere.
«Ehi, così può bastare, no?» si intromette lei, frapponendosi tra noi due. «Non si tratta di una sfida a chi distoglie lo sguardo per ultimo.» Questo lo dici tu.