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Data di Pubblicazione 19 Ottobre 2021
Estratto
«Hai frugato nella mia roba?»
Annuii. «Mi hai mentito» mormorai con una voce priva di corpo.
«Ti ho mentito, è vero. Ma sai bene perché l’ho fatto.»
«Lo so. Ma come faccio a sapere che tu non menta anche su altre cose?»
«Non puoi, ti devi fidare, Jolene. Si chiamano “relazioni”» rispose duro, osservandomi dall’alto ed evitando di avvicinarsi ancora.
«Proprio tu mi parli di relazioni? Tu che hai vissuto gli ultimi anni collezionando donne come figurine e aprendo cosce per sport?»
«E allora?» Era la prima volta che lo sentivo così freddo nei miei confronti. «Stai giudicando la mia vita?»
«Non sto giudicando la tua vita ma tu non ironizzare sulla mia, solo perché ho avuto un solo uomo con una relazione a dir poco disastrosa.»
«Perché ci tieni così tanto a litigare, me lo spieghi?» sbottò. «Siamo stati così bene in questi giorni, maledizione!»
«Io sono stata bene, ma…»
«Ma cosa?»
«Ma non è il mio posto. Questa città, questo loft… tu.»
«Io?» gridò. «Se devi dirmi qualcosa perché non la dici e basta?»
Mi sollevai da terra, indicando il suo studio. «Dico che non ho la faccia giusta per quel muro, Rhys!»
«Quindi è quello il problema? Le tue foto appese a un fottuto muro?» Ormai non controllava più il volume della sua voce, e non lo feci nemmeno io. Non volevamo risparmiarci nulla una volta arrivati a questo punto.
«Un muro che sembra un red carpet!»
«Non sei un po’ cresciuta per avere la sindrome del brutto anatroccolo, Jolene? Hai venticinque anni compiuti, perdio!»
«Non sono una ragazzina con qualche chilo di troppo che si lamenta pur non facendo palestra, pezzo di stronzo!» Indicai la mia faccia, fronteggiandolo. «Questa è stata fatta di proposito dall’unica persona che avrebbe dovuto proteggermi!» Scoppiai in lacrime. «Lo stesso uomo che mi ha picchiata e stuprata per anni! Per cui, perdonami se ho qualche problema con “le relazioni”, perdonami se sono così restia nel fidarmi di qualcuno, perdonami se voglio litigare, se voglio tirar fuori questioni che per te sono di poco conto!»
Mi allontanai, dirigendomi verso la scala che conduceva la camera da letto che avevamo condiviso in quei giorni. Afferrai gli indumenti che avevo abbandonato sulla sedia e mi vestii rapidamente.
«Che stai facendo?»
Non riuscivo a dirgli che desideravo tornare a casa. Non riuscivo a dirgli che non sarei mai stata adatta a quel muro. A lui.