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Billie Jo fa parte della numerosa famiglia Barker che comprende le sue sorelle Bobbi Jo e Betty Jo, le cui storie leggeremo nei libri successivi, e quando di mezzo ci sono tre gemelle ne vedremo delle belle fidatevi. Billie si sente persa quando a solo ventiquattro anni è costretta ad abbandonare la sua carriera da giocatrice di hockey professionista e tornare nella sua piccola città natale.
“Il fenomeno dell’hockey. Era così che l’avevano soprannominata. Per un ironico colpo di scena, era stata una svedese di due metri– un’altra giocatrice a cui come a lei mancavano gli attributi maschili– a spingere Billie nell’angolo, assestandole un brutto colpo da dietro e causandole quella commozione cerebrale che con tutta probabilità avrebbe messo la parola fine alla sua carriera nell’hockey.”
Sua sorella Bobbi le riversa addosso tutta la sua frustrazione per essere stata l’unica ad occuparsi di ogni incombenza in casa, durante la sua assenza. La demenza di suo padre strappa via la stabilità che il focolare domestico dovrebbe offrire, e senza lo sport per cui vive e respira da quando era bambina, non ha idea di cosa fare.
Vede uno spiraglio di luce solo quando le cade l’occhio sul volantino che pubblicizza il torneo della lega di hockey locale. Con l’hockey nel sangue, è pronta a iscriversi immediatamente, ma la città che l’ha esaltata quando è diventata professionista non è più favorevole a questo suo inserimento in una squadra prettamente maschile. Ma lei è testarda proprio come le sue sorelle, e di certo non si fa mettere i piedi in testa. La voglia di tornare a frecciare sul ghiaccio è più forte di qualsiasi malelingue, e questo non la rende molto popolare tra i locali che non sono certo timidi nel farle sapere come la pensano. Girano pettegolezzi, le vandalizzano la macchina e le rendono praticamente un inferno ogni suo movimento all’interno della pista e dentro lo spogliatoio. E il modo in cui lo gestisce? Si fa portavoce quando è giustificato, cerca di rimanere forte quando le infliggono colpi scorretti in campo e fa manovre intorno agli avversari che le sbarrano la strada verso la vittoria.
Logan e Shane sembrano essere i soli della squadra ad essere dalla sua parte, il primo è il cattivo ragazzo della città nonché ex amore non corrisposto di sua sorella Bobbi, mentre con Logan ha un conto in sospeso da quando aveva diciotto anni. Logan fa parte della squadra, quindi non c’è modo per Billie di evitare la sua prima cotta, l’uomo che ama da così tanto tempo.
“Logan era come una droga. La droga della virilità, totalmente maschia, sexy come il peccato.”
Logan è un grande fan dell’hockey ed è cresciuto giocando a questo sport, ma ora possiede il suo negozio di auto e motociclette, con ordini provenienti da tutto il mondo per le sue costruzioni personalizzate. Naturalmente si iscrive alla nuova squadra della Lega locale e quando vede l’intera città in rivolta contro Billie, non riesce a stare fermo, non è il tipo di ragazzo che tollera atti di bullismo, e sicuramente non è in grado di ignorare l’aspetto di questa ragazza che non vedeva da molti anni.
“Com’era possibile che quella donna potesse praticamente fare a pezzi una pista da ghiaccio e allo stesso tempo rimanere la cosa più sexy che avesse mai visto?”
Billie sta pensando che forse ora che è cresciuta, la noterà, ed infatti la chimica tra loro è incredibile, al punto che mi sono innamorata della lussuria sprigionata dai loro discorsi e dalle scene erotiche e mai volgari. Come ogni libro di questo genere che tratta di sport, ho adorato il linguaggio spicciolo e a tratti grottesco che usano i due protagonisti, essendo entrambi degli sportivi. Offside è un libro che scorre velocemente, di quelli che puoi benissimo interrompere la sera prima e riprendere dopo un paio di giorni perché la storia è fresca senza troppi colpi di scena o azioni drammatiche, e ti permette di continuare la lettura in piena tranquillità.
Le dinamiche familiari disfunzionali delle sorelle Barker fanno sentire parte integrante del libro il lettoere, perché rendono i personaggi terreni (scommetto che molti di noi hanno delle dinamiche particolari di amore/odio con i propri famigliari). Billie-Joe ha giocato a hockey professionistico ed ora tornata a casa per riprendersi da un infortunio. Logan è quello che fugge da ogni relazione stabile, per lui ogni storia ha una scadenza, ma il ritorno della piccola Barker potrebbe farlo capitolare.
“Ma Billie… gli faceva desiderare di fare il giro della stanza per fare pipì in ogni angolo come un animale che vuole marcare il territorio. Che diavolo gli stava facendo?”
In questo romanzo sono presenti eventi di vita realistici che rendono credibili i personaggi e la situazione, ma come in ogni romance che si rispetti c’è il cosiddetto malinteso e il temuto grande segreto che vedremo svelato soltanto alla fine della storia, tanto da renderla unica nel suo genere. Non ci sono drammi, soltanto uno spaccato di vita vera, e lo consiglierei a tutti quelli che hanno bisogno di seguire la propria passione e spingersi al limite per inseguire i propri sogni.
Onestamente ho pensato che sarebbe stata solo un’altra lettura piacevole, una tipica storia d’amore contemporanea con nessuno spunto riflessivo, ma si è rivelata una lettura meravigliosamente divertente, con il nonno Barker più figo di sempre, una ragazza che gioca uno sport maschile riuscendo ad essere femminile e sexy al tempo stesso e un ragazzaccio del posto che non ha paura di esternare il suo amore per una ragazza fuori dal comune e far vedere all’intera città di bigotti che alla fine l’amore trionfa, sempre su tutto.
Morena The Queen