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Daniel Wilson indossa la maglia numero 8 dei Saracens, e il suo obiettivo primario nella vita, è vincere il campionato di rugby per guadagnarsi il suo posto in Nazionale per ambire alla coppa mondiale. La sua vita è basata su semplicissime regole: allenarsi duramente – giocare al meglio delle sue possibilità – nessuna distrazione – niente relazioni amorose!
Sono una macchina da guerra, addestrato a giocare, senza pensare ad altro. Nessuna distrazione.
E secondo voi è mai possibile che un aitante sportivo dal fisico mozzafiato, capelli lucenti e fascino da vendere, sia immune all’amore???
A far capitolare questo “sociopatico brontolone dispotico”, come scherzosamente lo chiamano i suoi fratelli, sarà Lucy, una ingenua ragazzina di soli 22 anni che lo travolge con il suo sguardo innocente e gli occhioni da cerbiatta.
No. No. No. Non c’è alcuna possibilità per me e questa ragazzina. Uno: io vivo solo per il rugby. Due: le storie d’amore non mi interessano e non mi piacciono. Tre: è piccola. Piccolissima. Anche se, Dio mio, ha un fisico da urlo e non riesco a smettere di immaginare cosa nasconda la camicetta a quadri che indossa.
Lucy lavora come cameriera per pagarsi un corso di recitazione in una delle migliori scuole del paese, ed è proprio durante un turno di lavoro che conosce Daniel, che si trova nel locale per un pranzo di famiglia.
Lucy soffre a causa di un amore non corrisposto per Matt, il suo migliore amico, che sta girando il mondo dopo una cocente delusione d’amore. Daniel non accetta questa sua ossessione e ne rimane molto infastidito, tanto da iniziare a punzecchiarla quando la incontra nuovamente alla festa di sua sorella Beth. Non riesce a spiegarsi questa sua strana attrazione che lo spinge a orbitare intorno alla dolce ragazzina, perché lui è il numero 8 dei Saracens, e non può avere distrazioni durante la scalata al successo per la conquista della coppa mondiale.
Hanno ragione, Lucy mi è entrata nella testa e ha messo tutto sottosopra.
La differenza di età e il suo obiettivo di vita sono ostacoli troppo grandi per Daniel, che non riesce a fare i conti con il dualismo che domina il suo cuore. Da una parte vorrebbe viversi questo nuovo sentimento a lui sconosciuto, ma dall’altra sente le pressioni dell’allenatore e di suo padre che contano su di lui per vincere il campionato.
La paura di impegnarsi, come anche la paura d’amare, implica una perdita di libertà e Daniel sente molto questa pressione. Lui è sempre stato abituato a lottare e vincere, e sogna fin da bambino di realizzare il sogno del papà di vincere la coppa mondiale. Quella grande forza a cui diamo il nome di amore è un potente strumento di conoscenza di chi realmente siamo. La paura, invece, diventa lo specchio attraverso il quale poterci riflettere con il rischio di vedere un’immagine che non ci piace perché lontana da come l’abbiamo sempre pensata.
Per questo la paura d’amare è paura di perdere la bussola, di inoltrarsi in un viaggio di cui non sappiamo quale sia la meta, di intraprendere un percorso in solitaria in cui non possiamo contare su nessun compagno di viaggio se non noi stessi. Ma siamo sicuri che ne valga davvero la pena? Oppure, nel rinunciare a indagare noi stessi, non stiamo facendo altro che mettere un freno al nostro cuore? Questi sono gli interrogativi che si pone Daniel e che riuscirà finalmente a superare, grazie anche all’intervento di Proudence la dolcissima nonnina di Lucy, che con i suoi consigli pazzi e stravaganti, sarà il faro nella notte buia che illuminerà il cammino tortuoso dei due protagonisti.
L’amore si fa in due, non solo con il corpo. Si crea come fosse una casa, resistente e accogliente, si cura come un giardino ricco di fiori, si fa crescere come un bambino che deve imparare. L’amore si coltiva, parola dopo parola, una litigata dopo l’altra, con un sorriso, con una carezza. L’amore si fa in due, oppure non è amore.
Lucy è stata abbandonata da sua madre ed ha sempre vissuto con la nonna. Negli uomini cerca amore e protezione, ha bisogno di sentirsi protetta e rassicurata, la sua vita è costellata di paure e indecisioni, e il suo percorso culminerà nella riscoperta di se stessa come donna. Cosa significa la protezione per una donna e per un uomo? La sensazione di sentirsi al sicuro. La certezza che, dall’altra parte, si possa ricevere sostegno, conforto e comprensione. Il considerare l’altro come qualcosa di prezioso. Considerare e trattare la persona che si ha accanto, tra le più importanti da proteggere.
Una parola che ti faccia stare bene, un abbraccio che dica: “Tranquillo ci sono anche io con te”. Un rimprovero dato per non far cadere, una luce quando a volte la strada sembra essere più buia. Tutti possono sentirsi protetti in vari modi e donare una reciproca protezione. La protezione è custodire, difendere, è la più alta forma d’amore. Darsi la mano ed andare avanti nonostante tutto, combattere insieme se necessario.
Proteggere l’amore è anche un impegno, una responsabilità.
Chi dà protezione non fugge.
Morena The Queen