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Data di Pubblicazione 18 Ottobre 2021
Estratto
La mia risata dura un secolo prima di esaurirsi. D’altro canto, la battuta era esilarante: “Non è che per caso non ti ricordi più come si fa, vero?”.
Cazzo se me lo ricordo! Me lo sogno ogni secondo di ogni minuto di ogni dannato giorno, vorrei dirle. E magari dovrei pure guardarla contrariato, punendola per la scarsa sensibilità. Invece trattengo tutto, lingua e guerriero affamato: la fine della mia astinenza è attaccata a un filo e io sono troppo bisognoso che questo lunghissimo periodo di merda finisca per rischiare di mandare a monte l’occasione con una frase buttata lì, senza riflettere.
«Me lo ricordo perfettamente. Solo mi stavo chiedendo quanto dovremmo andarci piano.» Tanto per essere chiari, andarci piano è l’ultima cosa che desidero, tipo che avrei bisogno di un calmante triplo per riuscire a limitarmi a dei preliminari, quando invece vorrei scoparla fino a toglierle il fiato. «Insomma, fino a che livello di profondità potrebbe spingersi questo… divertimento non completo?»
Sophie ridacchia, la lingua che va a inumidire le labbra. «Okay, non credevo di dover fare degli esempi.»
Il suo sorriso malizioso me lo fa venire duro in zero secondi.
Mi sono chiesto tante volte come avrei reagito nel momento in cui il suo semaforo fosse tornato verde. Ora lo so: sono stupito, euforico, ho il corpo in fiamme per l’adrenalina e… merda! È un rivolo di bava quello che sento colare da un lato della bocca? Dio, sembro un San Bernardo davanti alla vetrina del macellaio…
Con una mossa discreta del dorso della mano, cancello la prova della mia imbarazzante reazione canina. «E se poi…» Il guaio è che il semaforo non è diventato verde del tutto. E, malgrado le promesse fatte di limitarci a delle coccole, il protrarsi dell’astinenza ha reso poco affidabile il mio autocontrollo.