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Non proprio un colpo di fulmine di Meghan Quinn è una deliziosa commedia romantica capace di regalare sorrisi grazie agli innumerevoli episodi ricchi di incomprensioni, battute ed imprevisti. Una lettura piacevole che è capace di farvi estraniare per qualche ora dalla realtà per merito di una trama che ho trovato ben costruita ma a tratti poco realistica che quindi ci porta a sognare ad occhi aperti. Infatti, tutto nasce per un incontro fortuito orchestrato dal destino dove il classico manager miliardario senza cuore si imbatte nella sfortunata ragazza della porta accanto, proprio nel momento in cui il bel Huxley deve inscenare un finto fidanzamento.
“Aspetta. Hai incontrato una ragazza per strada, ti ha detto apertamente che stava cercando un fidanzato ricco, e ora la porti a cena fuori?”
L’incontro fortuito è il punto di partenza da cui i protagonisti cominciano a fronteggiarsi in una serie di schermaglie e rincorse. All’apparenza i due protagonisti sembrano i rappresentanti dei classici stereotipi più volte visti e rivisti, invece devo dire, che pagina dopo pagina i due caratteri, nella loro complessità, emergono e si discostano da maschere statiche e rigide. Sia Huxley che Lottie hanno delle caratteristiche decise e sicuramente ambedue hanno una crescita ben definita, soprattutto Huxley trova un miglior equilibrio tra la sua parte razionale ed emozionale per merito dell’irrefrenabile Lottie che invece riesce a trovare una nuova dimensione e a non lasciarsi schiacciare troppo dalla sua vulnerabilità.
“Che senso ha ottenere un successo negli affari se per questo alla fine ferisco le persone che contano di più per me?”
Difatti agli inizi Huxley è un cubetto di ghiaccio che evita qualsiasi coinvolgimento emotivo nonostante la forte attrazione fisica e mentale provata nei confronti di Lottie. Il nostro beniamino si nasconde e cerca di chiudere a chiave ogni tipo di sentimento ma l’uragano Lottie riesce con costanza e determinazione a disinnescare ogni livello di protezione e colpisce direttamente al cuore.
“…non riesco a pensare ad altro. È esattamente questo il motivo per cui non volevo lasciarmi coinvolgere. Perché sapevo che oltrepassare quel confine sarebbe stata una pessima idea, lei è troppo irresistibile…ti lascia un segno indelebile. Un’impronta. Che non se ne va.”
….
“Ho cercato di negarlo, di ignorarlo, ma il mio bisogno di te è diventato sempre più forte…non posso fingere di non provare dei sentimenti per te.”
Ho apprezzato molto la parte dove i due protagonisti si svelano all’altro senza la pressione di doversi mostrare diversi da quelli che in realtà sono. Penso che questa scelta abbia creato un’ottima base nel coinvolgimento del lettore, al contrario, alcuni episodi spicy incastrati per mostrare la forte alchimia ed attrazione fisica, li ho trovati troppo forzati quasi come se stessi leggendo la storia di altri due personaggi.
La penna dell’autrice è abile nel regalarci episodi buffi e divertenti in virtù di descrizioni puntuali e sagaci dove il buco nero delle bugie si ingigantisce sempre più e i protagonisti si ritrovano ad essere marionette manipolate dal flusso degli eventi. Quest’ultimi avranno un epilogo che porterà a una scelta definitiva i due beniamini, dove il bivio tra finzione e realtà si scontrerà con l’autenticità dei sentimenti. Un duello tra finzione e realtà che mostra quanto la finzione, in modo apatico, ci protegga dalla nuda e cruda intensità dei sentimenti, capaci di ferire ma anche di regalarci l’agognata felicità.
“Proprio quando pensi di aver toccato il fondo, che non ci sia modo di risalire la montagna e ritrovare la felicità, ecco che compare un sentiero, accidentato e in salita, ma con la sorpresa di un panorama mozzafiato proprio alla fine.”
Ilaria