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Estratto
“Capita. È uno scherzo riservato agli umani. Uno dei migliori.
Sei lì a farti i fatti tuoi, odiando la noia della quotidianità, quando a un certo punto succede qualcosa dentro di te: si innesca un processo anomalo, una reazione chimica.
E sulle prime nemmeno te ne accorgi, ti confonde come un soffio di nebbia, fumo negli occhi, così che tu non possa fuggire da quel principio di felicità per paura che sia effimero.
Te ne accorgi solo quando ormai sei saltato nell’ignoto dell’amore, con tutte le scarpe e il cuore in mano, fuori dalla sua gabbia protettiva, lontano dal pensiero razionale.
E puoi anche ridere nervosamente, dicendo a te stesso che non ha alcun senso perché, diamine, sei in vacanza alle Bahamas, e quel ragazzo davanti a te nemmeno lo conosci. Lui vive in California, e tu prendi la pioggia di Seattle per tutto l’anno.
Ma all’universo non interessa.
Ormai ti ha fregato.
La sua risata beffarda riecheggia fino alla fine di Andromeda.
E allora cerchi spiegazioni nel fato, nell’onniscienza dei pianeti, nelle canzoni romantiche, nella tua stupida mancanza di buonsenso. Finché non ti rendi conto che, dannazione, mi sa che è tutto vero.
Mi sa che eravate destinati.
Mi sa che conoscersi per quattro mesi prima di darsi un bacio è incredibilmente sopravvalutato, e una gran perdita di tempo prezioso.
Non c’è niente di più lontano di “ieri”, perché non tornerà mai più.
E allora scopri che il tuo dovere più grande è anche il tuo compito più semplice: amare finché ti batte il cuore. Amare chiunque lui sia. Amare alla follia l’incoerenza delle cose, perché la parte migliore della vita è raramente logica. La matematica non sa come dividere il tuo cuore in due, lasciandotene un pezzo per sopravvivere. Devi offrirlo per intero a quello sconosciuto, senza clausole o riserve, sperando che lui ne faccia una gigantografia. Sperando che sia per sempre.”