Directions


“Domani, voglio che guardi i tuoi lividi allo specchio e che tu venga alla loro vista. Voglio che tu veda ogni frustata e che ricordi il momento in cui te l’ho data. Voglio che provi a fare sesso normale con qualcuno e restare sdraiato come un cadavere perché lui non ti sta facendo del male, e tu abbia bisogno del dolore per sentirti vivo. Stanotte voglio rovinarti, così che ogni altra notte sembrerà uno spreco della tua vita. È quello che vuoi anche tu?”
Quando mi chiedono di parlare di questa serie mi trovo sempre in difficoltà. Sarebbe troppo semplicistico ridurla in categorie come “Menage”, “M/M” o “BDSM”. È tutte queste cose, ma è anche altro; è amore incondizionato, è accettazione senza alcun limite, è lo spingersi oltre i propri limiti senza pentirsene mai.
Con L’Ottavo cerchio recuperiamo un altro pezzo del passato di Nora, Kingsley e Soren. Scopriamo com’è è nato il club più esclusivo di New York, ma soprattutto scopriamo come King si è trasformato nel Re.
Lo abbiamo sempre visto al massimo della sua forma, a volte un po’ acciaccato ma sempre irriverente, sarcastico e molto regale.
Qui lo troviamo in un momento particolare della sua vita, ha chiuso una parte importante del suo passato. Ora vive in una villa di lusso, senza uno scopo preciso, si divide tra il sesso occasionale e il Mobius, il suo locale di strip-tease. Il suo unico scopo è quello di dimenticare il passato con alcool, droghe e tanto sesso. La sua non è vita, ma è semplice esistenza. Per quanto sia circondato da persone, solo Soren riuscirà a salvarlo, a farlo ritornare il Kinglsey che tanto amiamo.
“Se Kingsley avesse potuto addormentarsi lì, in quel momento, quando Soren si stava prendendo cura di lui, se avesse potuto addormentarsi e non svegliarsi più. Se fosse morto in quel momento, forse sarebbe morto quasi felice.”
Più si legge, più a ogni pagina King si trasforma piano piano in quello che abbiamo conosciuto. Si nasconde sempre dietro il sarcasmo, ma dentro ha un mondo di emozioni che spesso non sa come tenere a bada. Da qui il bisogno di evadere, che sia con il dolore, il sesso o una bottiglia di vino. Ed è per tutti questi motivi che tra tutti i personaggi è sempre stato il mio preferito, per questa sua fragilità interiore che lo rende più “accessibile”.
Quando si parla di questa serie, si tende sempre a elogiare Tiffany Reisz nelle descrizioni delle scene di sesso, o quanto sia eccezionale nelle scene bdsm. E lo è davvero, ma questa volta vorrei andare oltre, vorrei sottolineare quanto sia magnifica nei dialoghi e nel tratteggiare una storia quasi mai banale. Dialoghi irriverenti, scambi veloci e ironici che servono anche a smorzare l’intensità di alcune scene.
Penso che Tiffany Reisz sia una delle poche autrici che riesce a scrivere degli stessi personaggi ampliando le loro caratteristiche. Crea dinamiche sempre nuove, nonostante parli di eventi già in parte, conosciuti. E lo fa senza annoiare, tenendoti incollata alle pagine perché da lettrice non sei pronta a lasciare quel mondo Kinky. Quel mondo così lontano da noi, ma che fa trasparire libertà sia in camera da letto, ma soprattutto dal pregiudizio.
Perché è su questo che si basa l’Ottavo Cerchio, sulla liberazione di ogni preconcetto, sull’accettazione di noi stessi così come siamo, senza modificarci per gli altri.
“Non pronunciare il mio nome in quel modo, come se fossi un bambino che dice qualcosa di folle. Mi è permesso volerti. Ancora sempre”
“Pensavo mi avresti odiato”
“Ti ho odiato. Ti odio. Ma non è così…come posso odiare una persona che mi conosce?”
Si può essere emozionati per una recensione? La risposta è sì, quando si parla di Tiffany Reisz e dei suoi personaggi così veri, che quando finisci di leggere sei triste perché non sono reali. Sono contenta che, finalmente, quest’autrice è tornata, grazie alla Hope Edizioni in Italia, sperando che questa seconda occasione le regali l’importanza che merita.
Valentina