Directions
«Ho imparato a prendere le occasioni che mi si offrono, perché non posso sapere quando la vita deciderà di togliermele. Ciò che voglio, me lo prendo. Sempre.»
Scrivo questa recensione con la sensazione di un vuoto dentro di me, poiché mi sento orfana in questo preciso istante, come svuotata, e con la voglia di tornare a leggere. “Le ombre del cigno” è un romanzo che mi ha completamente rapita. Mi ha catturata e scaraventata dentro al suo mondo, fagocitata dalla storia, facendo razzia del mio cuore e ridotto a brandelli la mia anima. Leggendo e scorrendo le pagine, ho iniziato a essere insaziabile, ne volevo sempre di più, e non ho potuto smettere finché non mi sono ritrovata alla fine del romanzo.
La vita di Maya è cambiata in pochi attimi, da essere una ragazza felice si ritrova catapultata in quello che all’inizio appare un incubo. Solo che non si tratta solo di un brutto sogno, perché di punto in bianco perde tutto ciò che aveva di più caro e che amava. La sua vita a colori è cancellata con un colpo di spugna, ritrovandosi in un mondo fatto di solo grigio.
Dopo anni di sforzi, di sacrifici e di rinunce Maya ha ritrovato una sorta di stabilità, anche se i ricordi sono sempre lì che bussano alla porta della sua mente e del suo cuore, fino a quando un giorno il passato sembra ritornare e irrompere nella sua vita attraverso lo sguardo di uno sconosciuto. I suoi occhi la scrutano, la osservano, e la seguono sempre. Lui s’insinua nelle sue giornate, le entra sottopelle, e le fa provare emozioni che aveva da tempo dimenticato.
Però la vita di Maya cambia di nuovo direzione in modo repentino, e deve fare affidamento al suo cuore per decidere quale strada percorrere, perché Lui potrebbe distruggerla per sempre.
«Resterai al mio fianco fino a quando sarò io a catturare nella mia bocca il tuo ultimo respiro.»
Mary Lin ha la capacità di mixare più generi, li amalgama senza mai forzare la mano, nel modo più naturale possibile. Con “Le ombre del cigno” i personaggi diventano un tutt’uno con il cuore e l’anima di chi legge. Le loro emozioni scorrono nelle vene, vi bruciano dentro, vi tolgono lentamente l’ossigeno dai polmoni per poi lasciarvi lentamente tornare a respirare. La scrittura introspettiva di Mary Lin vi mette davvero in connessione con Maya, sentendo la sua paura, il suo dolore, la sua forza, e la sua voglia di resistere a Lui.
Una ragazza che diventa in fretta donna, che mette da parte quel senso di vergogna che a volte sente scivolarle addosso, e che combatte con ogni fibra del suo essere per dimostrare a Lui che lei non potrà mai piegarsi.
Lui… potrei descriverlo all’infinito ma non riuscirei mai a farvi captare la sua vera essenza. È un uomo che dovrete conoscere voi stesse, enigmatico e pericoloso, che v’illude, vi attrae, vi disarma e nel momento in cui pensate di avere trovato assieme a Maya la soluzione, tutto precipita. Quel barlume di speranza si disintegra. Sa uccidere attraverso le parole. Il suo sguardo brucia addosso, sa trascinarvi nel suo baratro, facendo in modo che possiate udire il suo odio più profondo.
«Sono diventato così perché è l’unico modo per fermare quel dolore: permettere alla rabbia di fare ciò che desidera. Lasciar scorrere l’odio che mi spinge a distruggere. Urlare fino a farmi collassare le vene e a non sentire nient’altro che la mia voce»
Attraverso “Le ombre del cigno” Mary Lin non ci racconta la favola del brutto anatroccolo, che dopo si trasforma in cigno. Il “suo” Cigno è una storia ben strutturata, che l’autrice ha studiato, si è documentata e ha saputo romanzare attraverso i suoi personaggi. E’ una storia che vi lascio scoprire, che non vi posso raccontare, perché dovete farla vostra a poco a poco attraverso la lettura. Dovete riuscire a cogliere tutte le minime sfumature di luce e ombra che le parole l’autrice sono riuscite a creare. Resta inteso che siamo dinnanzi ad un dark romance, e pertanto alcune scene sono davvero forti, alcune crude, alcune altamente erotiche, ma a mio avviso sono state ben collocate durante la narrazione. Ricordatevi che a ogni domanda c’è una risposta ben precisa, che nulla è scontato, nulla è lasciato al caso, e che il dolore può trasformarsi, può essere gestito e manipolato. Sta a noi decidere che strada percorrere.
«In fin dei conti… non è dalla sofferenza e dalla cenere che nascono le storie migliori?»
Buona lettura,
Silvia