Directions
“Vivi, Mel. Trova la tua strada e percorrila col coraggio di cui sei munita, perché ne hai più di me, di Dustin e di Arden messi insieme. Vivi e fallo in perfetto stile Melody, con la faccia dura, la lingua tagliente e il cuore troppo grande per questo mondo; ma fa’ ciò che questo cuore ti dice.”
Eccomi a parlarvi dell’ultimo capitolo di questa bellissima dilogia, piena di sofferenza, di riscatto e di voglia di farcela.
Avevamo lasciato i nostri protagonisti in un momento molto difficile delle loro vite. Sono state compiute delle scelte che hanno portato ad atroci sofferenze, e ora li ritroviamo quasi tre anni dopo, inevitabilmente cambiati.
Melody e Arden avrebbero potuto cadere facilmente nelle vecchie abitudini, ma degli adolescenti che erano non c’è più alcuna traccia. Dopo aver elaborato il lutto, ciascuno a modo loro, trovare la strada per rinascere non è stato facile. Il loro percorso per arrivare all’obiettivo di una vita serena non è stato certo cuori e fiori. Per uscire da quel tunnel in cui la depressione si è intinta nei giorni più grigi, è stata la forza di volontà che, come una torcia, ha illuminato la via d’uscita.
Ho apprezzato tantissimo il cambiamento di Arden; l’avevo così odiato nel primo libro dando per scontato il continuare a non sopportarlo. Mary Lin è stata brava, invece, a farmi ricredere su di lui e sul rapporto che ha con Melody. Se prima era molto poco equilibrato, dove uno si aggrappava all’altro per i motivi più sbagliati, in questo secondo volume le cose si rivoluzionano. Il loro rapporto diventa più maturo, diventano veramente un fratello e una sorella che si prendono cura a vicenda, senza recriminazioni.
Melody è sbocciata come un seme piantato in un terreno arido e pieno di avversità, nonostante avesse tutte le probabilità contro. Non c’è quasi più niente della ragazzina dura e sboccata, ora in lei c’è una donna pronta ad affrontare le sue responsabilità, senza guardarsi indietro.
“In questo momento, mentre un terremoto sensoriale mi sta impazzando nel corpo, non riesco a trattenere nulla. Melody è…bellissima, e quando arrossisce e sorride con dolcezza lo è ancora di più.”
Lei è riuscita a trasmettere le sue emozioni tramite i colori e i suoi graffiti, che hanno liberato le sue ali, rendendola capace di volare.
E poi c’è Mansel, l’unico che è rimasto attaccato al passato, perché non riesce proprio a dimenticare quella ragazzina che ha messo sottosopra il suo mondo. Deve ringraziare Hanna, la sorella, se può rincontrare l’amore della sua vita e se è riuscito a sconfiggere il suo orgoglio per compiere il primo passo. E come al solito è stato anche il campione mondiale per arrivare sempre alle conclusioni sbagliate mentre Melody si dimostra molto più matura di lui, nonostante la differenza d’età.
“I ricordi sarebbero dovuti sbiadire, visto che le nostre vite sono andate avanti. E invece, nel momento esatto in cui l’ho vista, mi sono piovuti tutti addosso, come proiettili di piombo, e fanno un male cane.”
La voce dei colori è un romanzo dove l’amore non è il solo protagonista, ma è insieme alla volontà di rinascere che si trasformano nella sinergia più potente per uscire fuori dal tunnel. Non c’è alcun protagonista che salva la donzella in pericolo, ma è lei che salva se stessa e l’amore diventa la ciliegina sulla torta che rende tutto più delizioso.
Ho amato la delicatezza con cui Mary Lyn ha descritto la depressione, come sia difficile convivere con qualcuno che ne soffre; quella sensazione di impotenza nel vedere la persona che si ama non reagire a niente e nessuno. Lo stile dell’autrice si conferma delicato, quasi poetico, perfetto per una storia di questo tenore.
La voce dei colori conclude un viaggio di formazione iniziato nel primo volume in cui tutti i personaggi compiono un percorso di maturazione. Perché questa dilogia parla soprattutto di rinascita, di come ritrovare la luce nel tunnel, un grido urlato anche per tutti coloro che meritano di trovare alla fine la luce verso la guarigione.
“Mi è bastato riaverlo davanti agli occhi una volta e sono tornata a sentire di nuovo, la seconda volta sono tornata a vedere e la terza a desiderare.”
Alla prossima lettura,
Valentina