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“La bellezza fatua di un’illusione è sempre destinata a infrangersi contro la durezza prosaica della realtà”
La trama di questo romanzo mi aveva incuriosita molto. Mi sono chiesta come fosse possibile e per quale motivo accostare in una storia contemporanea un presente e un passato con uno stile poco usato e per questo curioso e interessante. Attraverso lo scorrere delle pagine, ho poi capito gli intrecci e i legami e ne sono rimasta sorpresa e allo stesso modo incantata dalla perspicacia di Emily Pigozzi nel raccontare la storia nella storia. Si, perché oltre alle storie delle vite di tutti i protagonisti, ci sono precisi cenni storici appartenenti ai primi del ‘900 che non solo risultano interessanti, ma incuriosiscono il lettore. Partendo dal tempo presente, troviamo Rossana una giovane ragazza con un peso familiare pesante da portare addosso, che decide, per cercare di salvarsi, di andarsene dal piccolo paesino dove vive, trasferendosi a Milano dove, tra mille lavori e innumerevoli sacrifici, si laurea e capisce subito che crescere è il lavoro più difficile. Disincantata e disillusa, Rossana ha stabilito da tempo che i sogni non esistono. Men che meno crede nell’amore. O almeno, non pensa possa esistere per lei. Le basterebbe un buon lavoro, una stabilità economica e un pizzico di quella serenità che non ha mai avuto. Pur essendo giovane, non ha speranze che il futuro possa rivolgerle uno sguardo benevolo.
Tramite il suo coinquilino, si reca ad un colloquio di lavoro a casa di Sebastian, un musicista di cui lei però ignora l’esistenza e la fama. Il colloquio inaspettatamente va bene e viene assunta.
Sebastian è un ragazzo dolcissimo e pieno di talento tanto da essere uno dei più promettenti compositori di musica classica. Purtroppo, una malattia degenerativa lo costringe da tempo su una sedia a rotelle e per questo ha assolutamente bisogno di un’assistente che possa districarsi tra tutte le incombenze burocratiche che riguardano la sua vita professionale. Rossana lo colpisce all’istante per la sua timidezza, e per la sua bellezza. Decide così di affidarle il lavoro, che li porterà a stare insieme durante tutti i viaggi della sua tournée. All’apparenza allegro e solare, riserva solo al suo cuore le fragilità che nasconde con maestria, e le insicurezze dovute alla sua condizione.
“La vita sa prendere e sa dare, e mi ha fatto un regalo: la musica mi fa vivere. È la mia droga contro il dolore”
Ben presto i due ragazzi imparano a conoscersi, a intuirsi attraverso i loro tormenti e a condividere la passione per la musica classica che per Sebastian rappresenta l’appiglio alla vita, mentre per Rossana era stata fino a quel momento sconosciuta. Appena ascolta le melodie di Sebastian, resta incantata e sedotta. Mai più nulla, da quell’istante surreale e travolgente, sarà come prima.
“È magico. È meraviglioso. È pieno di tutta quella vita che ancora non conosco. Mi racconta di passioni che non ho mai vissuto, di epoche mai esplorate, di luoghi esotici, incantevoli. Ha il potere di farmi sua, di trasportarmi lontano. Io sono di quella musica”
Sebastian e Rossana impareranno a conoscersi profondamente, sconvolgendo le vite l’uno dell’altra. E durante il tempo passato insieme conosceranno il legame che li accomuna con due personaggi avi di Sebastian appartenuti ad un’epoca passata, la cui storia saprà appassionarvi in modo profondo. Rosa e Franz, con la loro storia eroica, raccontata in una Vienna di inizi 900 in piena guerra, guideranno Sebastian e Rossana, con le loro similitudini, attraverso le pagine di un diario, nel racconto delle loro vite così diverse dal presente ma assolutamente simili a loro rispetto ai sentimenti provati e alle difficoltà insormontabili affrontate. Li aiuteranno a riscoprire sentimenti nascosti e dolori condivisi. Sarà la musica a unirli, unica voce di pace nei loro cuori.
“La melodia proseguiva, e sembrava ricca di tutti i sentimenti, di tutte le emozioni che avevamo trattenuto dentro di noi: la paura, la perdita, la nostalgia, il terrore, l’amore. La morte e la vita. La guerra e la pace”
Sebbene LA TRAMA DEI SOGNI sia un racconto strutturato e alternato in epoche storiche diverse, non è risultato assolutamente noioso leggere la parte storica, con cenni a me sconosciuti e omaggi di personaggi illustri e ben noti che ci hanno fatto sognare nei libri di storia e in film famosissimi. Inoltre, è stato molto istruttivo il cambio di scrittura che diventa moderno e a tratti torna elegantemente pieno di quel pudore nella storia di Rosa e Franz, portando il lettore a riflettere sulle differenze di semantica, soprattutto nella descrizione dei dialoghi in cui emergono le emozioni e la passione. Lo stile cambia a seconda del periodo e fa pensare al modo elegante in cui un tempo venivano affrontati i primi approcci tra una coppia innamorata. Si può ritrovare la passione anche tra le righe di una lettera o nella composizione di uno spartito, laddove oggi si bruciano le tappe e tutto diventa fisico da subito. C’è l’evoluzione storica e sociale di questo sentimento che Emily Pigozzi ha saputo cogliere, descrivere e regalare ai suoi lettori con una narrazione intelligente, colta e appassionante, facendo emergere la tenerezza dei sentimenti puri. Ha saputo scrivere una storia con quattro protagonisti regalando ad ognuno di loro il giusto peso e lo stesso valore, con storie d’amore che sembrano non avere speranza, per creare un libro che è una sinfonia all’amore attraverso le note. Mentre si legge infatti, si ha la sensazione che la musica fuoriesca dalle stesse parole dell’autrice.
Attraverso le vicissitudini di Rosa e Franz, Rossana e Sebastian cercheranno di affrontare le paure e sedare i propri tormenti, percependo l’importanza di costruire un rapporto e di potersi affidare l’uno all’altra per credere nei sentimenti e fare spazio nei propri cuori. Perché si può ancora credere nei sogni, anche in quelli che pensiamo di non riuscire a realizzare.
“Sono qui, Rosa. Ciao. Grazie per avermi insegnato che anche le persone più semplici, nel loro piccolo, possono essere fondamentali. Anche solo per qualcuno”
Wanessa