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“I bulli non ti lasciano in pace, a meno che le circostanze li costringano a farlo. È nella natura degli animali, e gli umani sono i peggiori di tutti. Abbastanza intelligenti da manipolare, ma anche tanto stupidi da preoccuparsene”
Sin dalle prime righe di questo libro è immediata la comprensione di leggere un romanzo atipico dove si incontrano poche sfumature legate all’amore. L’emozione più ricorrente, infatti, sarà rappresentata dalla rabbia che non vi abbandonerà mai, fino alla fine. Credo fortemente di essermi scontrata con una lettura tra le più forti e crudeli mai affrontate prima, capace di provocare diverse emozioni e nessuna di queste è rassicurante. Tuffarmici dentro è stato illuminante, tifare per la giustizia inevitabile e combattere la rabbia che scatena una battaglia persa in partenza, frustrante.
Questa è la storia di Marnye una quindicenne indebolita già da un recente passato di soprusi scolastici e da una situazione economica precaria. La sua famiglia è al collasso e la sua unica speranza è quella di avere un’istruzione che possa permetterle un futuro migliore di quello che ha davanti. Per questo quando vince una borsa di studio nella più prestigiosa scuola superiore dello stato, il suo obiettivo è di affrontare ogni ostacolo le si pari davanti, pur di riconfermarsi e accedere al secondo anno.
Appena giunta alla Burberry Prep capisce però di non essere in una scuola normale, seppur bella, elegante e altisonante.
La Burberry Preparatory Accademy è infatti definita un inferno rivestito di denaro, in cui l’assetto piramidale è contraddistinto da tre categorie di studenti: gli Idoli, il circolo interno e la plebe.
Marnye non rientra in nessuno di queste tre categorie. Lei è considerata il caso pietoso e, avendo vinto una semplice borsa di studio, rientra nella classe povera che danneggia l’immagine dell’istituto e per questo va allontanata in ogni modo possibile.
Accedere a questa scuola non è stato difficile per lei. Ma la vera impresa sarà restarci e non per la difficoltà dei corsi in cui si rivela essere la prima in ogni materia, bensì a causa di una resistenza classista, denigratoria e profondamente discriminatoria posta in essere dagli Idoli per cui l’unico credo è costituito dal potere del denaro.
“C’è una ragione se sono stata scelta per la borsa di studio, e non era certo per la mia abilità di andare al tappeto e subire
No, sono una combattente, lo sono sempre stata
Solo che adesso dovrò lottare più duramente di quanto abbia mai fatto sinora”
Inizia quindi per Marnye, una lotta impari e umanamente incomprensibile, oltre che psicologicamente pericolosa, che però porta alla luce il suo carattere certamente ricco delle mille fragilità e delle tante insicurezze che contraddistinguono un’adolescente, ma anche dannatamente caparbio e deciso ad arrivare fino alla fine dell’anno scolastico.
I nemici contro cui non soccombere si chiamano Tristan, Creed e Zayd. Il primo, nipote dei fondatori della scuola, il secondo, di una delle finanziatrici più prestigiose delle borse di studio e il terzo, una precoce rockstar che a sedici anni ha già una fama mondiale da gestire.
Ricchi, crudeli e di una bellezza devastante.
Diavoli travestiti da angeli.
Dei piccoli mostri senza coscienza.
“Fai attenzione con quei tizi. C’è un motivo se li definiscono Idoli. Pretendono sacrifici”
Non ci si innamora dei personaggi maschili di questo romanzo. Nemmeno ci si affeziona.
Durante la lettura si tende a cercare motivazioni e carenze emotive che possano in ogni modo giustificare i loro comportamenti, ma non è possibile riuscirci. La violenza gratuita non è mai giustificabile. Sono adolescenti privi di ogni buona morale, le cui ricche famiglie sono inesistenti e a cui il denaro permette un lasciapassare di crudele onnipotenza. Non si percepiscono in loro sprazzi di coscienza, dubbi o sensi di colpa per il loro comportamento, tutto rientra nella normalità di una vita strutturata da sempre nel possesso, nel classismo, nella tortura dei più deboli, che li ha resi avidi e privi di un’anima, come vecchie scatole vuote.
Il tema trattato è attuale e visceralmente forte. Nella sua crudezza La Scommessa apre una visuale, seppur romanzata, su uno spaccato della società attuale, ancora ben radicato nell’omissione e nel silenzio che permea nei giovani bullizzati, ma offre anche un filtro di speranza nel riscatto sulla malvagità, attraverso la forza di carattere che emerge dalla protagonista femminile pronta a difendersi da ogni violenta umiliazione pur di raggiungere il proprio obiettivo: studiare, crearsi una cultura che possa aprirle le porte di una brillante carriera e garantirle il riscatto economico sulla sua povertà.
C.M. Stunich racconta il bullismo in tutte le sue crudeli sfaccettature, con una narrazione che forgia con lo scorrere delle pagine, nelle vene del lettore, una rabbia cieca, alimentando il senso di impotenza davanti alle ingiustizie ai danni dei più deboli. La sua penna è capace di spazzare via l’innocenza mantenendo un fondo importante di resilienza. La trama cattura il lettore attraverso un racconto dettagliato e profondo della metamorfosi psicologica di una quindicenne vessata, provata ma mai annullata da atroci violenze fisiche e psicologiche.
Appare oltremodo chiara l’associazione che si dipana nella storia, tra il fenomeno del bullismo e la cosiddetta Sindrome di Stoccolma che porta la giovane Marnye a sviluppare attrazione per i suoi tre nemici. Un desiderio contro cui cerca di combattere senza tregua né risultato, dovuto all’ingenuità della sua giovane età priva di esperienze e che la porterà a essere definitivamente distrutta da loro.
Un romanzo che apre alla sensibilizzazione sociale, ma a mio avviso carente dei buoni sentimenti che fanno sognare e alleggeriscono la lettura, in cui non si parla d’amore ma di amicizie appena nate che potrebbero fornire l’unica via d’uscita dalla follia.
“Stavolta, quando le lacrime si asciugano e le mie emozioni si sono esaurite, resta una cosa sola.
La sete di vendetta”
Non resta che attendere di leggere chi vincerà l’ultima scommessa lanciata da Marnye agli Idoli, nel prossimo volume di questa serie inusuale e accattivante che apre le porte dell’immaginario sulla sete di vendetta di una ragazza ormai consumata da un anno scolastico che l’ha drasticamente e definitivamente cambiata.
“I cuori più resistenti sono forgiati nel fuoco, quelli più deboli si piegano al loro volere
E la vendetta…è un piatto che va gustato freddo”
Wanessa