Ho lasciato l’ebook de “La Chiesa” nel kindle per un paio di giorni, prima di trovare la forza per finire questa trilogia. Perché sapevo che avrei dovuto affrontare molta sofferenza, prima di trovare qualche soddisfazione. E di dolore, rabbia, torture ne avevo già letto tanto nei due volumi precedenti. Dentro di me, però, sapevo, che ne sarebbe valsa la pena, che soffrire era giusto e lo dovevo a Emily e Adam.

“Se voglio distruggere il male, devo cominciare dalla base dell’albero, abbatterla, poi scavare via le radici, uno alla volta, e gettare il sale sulla terra una volta finito. Ogni singolo pezzo di questo luogo deve marcire e morire, e dovrò assicurarmi che niente cresca di nuovo su questo territorio”

Queste parole di Emily rendono in modo perfetto il mio pensiero da lettrice. Continuare a macinare pagine su pagine per vedere quel posto distrutto, quelle persone pagare per i loro orrori. È difficile parlare dell’ultimo volume di una trilogia, senza incappare in uno spoiler. Ancora di più con questa storia, perché avrei voglia di raccontarvi quanta soddisfazione ho provato per una scena che bramavo accadesse o quanto ho goduto in un momento determinante. Ma non lo farò, perché se siete arrivati a leggere il terzo volume, meritate anche voi di provare queste sensazioni, senza che io vi rovini nulla.

Il monastero non è una lettura facile, né per tutti i palati. Perché affronta dei temi importanti e lo fa senza addolcirvi la pillola. Una medicina amara, quasi velenosa, ma necessaria per regalarvi un dark romance intrigante e oscuro così come vuole questo genere.

Potrei usare metafore più elaborate, aggettivi superlativi ma il succo è che questa trilogia è bella. Celia Aaron scrive magnificamente, rende il dolore quasi percepibile in ogni pagina. Scrive di cattivi degni di nota, così perfetti da renderli reali. Perché persone come il Profeta o Grace, possono benissimo esistere nel mondo reale. E basta guardare un paio di documentari sulle sette per capire che queste storie potrebbero benissimo essere accadute.

“perciò offro me stessa a lui in modo franco e spontaneo. Il suo Agnellino. Mi sacrificherò volentieri per salvarlo, per dargli, un futuro e per vedere la Città Celeste bruciare. “

Delilah, o meglio Emily, smette di essere un agnellino, e tira fuori gli artigli per difendere sé stessa, Adam e la memoria di Georgia. Arriva a conoscersi fino nel profondo, affrontando un’oscurità che nemmeno lei sapeva di avere.

Adam, invece, fa il percorso al contrario e riconosce il vero sé, quello che per tanti anni ha dovuto nascondere nell’ombra. Smette di essere il figlio maggiore del Profeta, il suo tuttofare per essere solamente lui, Adam. Non mi resta altro da dirvi se non di leggere questa trilogia, ora che è uscito anche il terzo volume non avete più scuse. Vi addentrerete nell’oscurità più buia dell’animo umano, ma credetemi quando vi dico che ne varrà la pena.

“È tutto ciò di cui ho bisogno”. Riapre gli occhi e scruta la parte più profonda di me, quella in cui si riflette la sua stessa anima.

“Tu sei tutto ciò di cui ho bisogno”

Alla prossima lettura,

Valentina