Directions
“Ci acclimatiamo. Impariamo, ci trasformiamo, cambiamo atteggiamento – non è che tutto diventi più facile o difficile. Semplicemente miglioriamo a gestire la situazione. Non sono sicura che questi uomini cambieranno a causa mia, ma di certo io sarò diversa a causa loro. “
Quando un libro ti resta in testa per giorni, insieme a uno sfrenato bisogno di condividere le sensazioni vissute, vuol dire che ti ha lasciato qualcosa che probabilmente non riuscirà a spegnersi così facilmente. In questo momento scrivere qualsiasi pensiero su questa storia, anche una semplice frase, mi sembra di cadere nel banale o di ridurre tutto al solito cliché … “un libro emozionante”. Perché Penelope Douglas se aveva intenzione di provocarmi, incuriosirmi, stupirmi, spingermi a planare con la mente verso lidi inesplorati dove lussuria e sentimenti danzano avvinghiati la samba dei sensi, allora ci è riuscita…! E non importa quale sia stato il mezzo, quando le sensazioni provate sono state inverosimilmente inaspettate. Quindi, così come mi è stato consigliato, scriverò questa recensione facendomi trasportare dal solo sentimento, lo specchio di tutte le emozioni che governano la mente e il cuore.
Per la Douglas sfidare i limiti della scrittura – lo scrive lei stessa nei ringraziamenti – è stato un modo per allontanare la noia da storie troppo simili che, pur trovando apprezzamento nei lettori, a lungo andare lei stessa non riusciva a trarre la soddisfazione iniziale. Per cui la serie Devil’s Night nasce proprio da un suo desiderio di scavare in profondità e lasciare correre l’immaginazione. Io ti proteggerò continua quel filone che oltre a creare ambientazioni suggestive, come in questo caso lo sono state le foreste boschive del Colorado, dei luoghi magici in cui i personaggi si fondono con la natura ritrovando sé stessi e sfidando anche il tempo in mezzo a tormente di neve, la Douglas aggiunge l’ingrediente della lussuria che, con la sua penna conturbante, diventa l’elemento proibito ma anche, a mio avviso, il più rappresentativo di questa storia.
“Mesi di tranquillità, buio e con lei in casa. Attimi, docce, angoli, notti silenziose… E, per una volta, potrei essere entusiasta di essere qui.”
Una ragazza quasi diciottenne anaffettiva, vissuta tra gli agi e la ricchezza in una città affollata come Los Angeles, decide di convivere insieme a uno zio mai conosciuto e ai suoi due figli vissuti in una piccola cittadina tra le montagne del Colorado, nel pieno isolamento del freddo inverno, in una baita sperduta tra le montagne nevose. Tutto ciò sembra rappresentare un banco di prova che può inizialmente indurre a pensare ai limiti di una sopravvivenza forzata, ma i personaggi subiscono invece una metamorfosi emozionale e sensoriale che li porterà a vivere una profonda esperienza conoscitiva di loro stessi e dei propri limiti.
Adattandosi alla natura che incombe, i protagonisti si lasciano andare a sentimenti che trasudano voglia di calore ma anche scoperta di confini valicabili. La convivenza diventa un lavoro duro e ambientarsi non è facile quando una ragazza appena diciottenne riesce a diventare il centro di ogni attenzione.
Tiernan, orfana di due genitori che l’hanno fatta sentire sempre un ingombro, il terzo incomodo di un rapporto esclusivo che non aveva bisogno di altre distrazioni, insieme a Jake, Noah e Kaleb, tre uomini forti con un temperamento affine alla natura che li circonda, ritrova finalmente quel posto che si chiama famiglia in cui sentirsi protetta e coccolata. Gioca con loro: si improvvisa amica, sorella, amante in un percorso che la spinge a uscire dall’involucro della solitudine anaffettiva in cui ha vissuto da sempre, per buttarsi a capofitto in una nuova esperienza dove imparare, dare, ricevere, e allo stesso tempo intraprendere il lungo e tortuoso percorso del cambiamento.
“Volere bene a loro ha risvegliato qualcosa dentro di me, e non voglio tornare a essere quella di un tempo. Avrei preferito che questo cambiamento fosse avvenuto in un altro modo, ma alcune persone non imparano la lezione se prima non si bruciano col fuoco.”
Il cambiamento è proprio l’obbiettivo finale che la Douglas ha voluto rappresentare usando il mezzo della lussuria. I personaggi si lasciano andare, interagiscono tra loro spogliandosi di ogni insicurezza per tirare fuori la parte più vulnerabile. L’audace penna dell’autrice gioca con l’erotismo abbandonando la parte più sentimentale, per inscenare quella più conturbante della natura umana. Quello che vuole raffigurare è la parte disfunzionale dei suoi personaggi che avevano bisogno di mettersi alla prova per curare e sanare ferite troppo a lungo sedimentate. La loro relazione si confonde tra amore, amicizia e famiglia, in un intreccio studiato per confondere i confini e tenerti incollata alle pagine aspettando il limite successivo da superare. Ma l’intreccio funziona e ognuno di loro scopre nel bisogno dell’altro, una cura che trova libero accesso a sentimenti di accettazione e di amore.
Nella parte finale, quella forse meno coraggiosa, la penna della Douglas ritorna sui binari del Romance illuminando a ognuno di loro la via più giusta da seguire. I sentimenti si adeguano nella loro forma più naturale. L’amore viene messo più volte alla prova, trionfando alla fine in modo salvifico per aggiustare ogni parte spezzata. Come in un quadro meno astratto, ogni personaggio trova il suo posto in un armonico equilibro tra amore, amicizia e famiglia.
“C’è qualcosa in questa casa – in queste persone – che dà credito ogni giorno a quello che ho sempre saputo di aver bisogno. Non del sesso. Non di un ragazzo. Ma semplicemente di un posto. Un posto, o qualcuno, da considerare casa.”
Uscire indenne da un romanzo così pieno di consistente profondità introspettiva e sessualità altamente erotica è stata una vittoria per la mente e per il cuore. La sensazione è stata quella di venire scombussolata e poi ancora strattonata in un universo conteso tra realtà e immaginazione dove a vincere a fasi alterne è stata sicuramente l’inconsapevolezza. Eppure, farmi trasportare dalla fervida immaginazione dell’autrice è stato l’unico modo per godere appieno di ogni momento raccontato. La provocazione è stata la linea che ho seguito e che mi ha portata a guardare con piena soddisfazione la natura umana che incombeva sulla ragione. Le emozioni sono arrivate a volte come un fiume in piena, altre volte sopraffate dalla razionalità che mi dettava di ritrovare le regole perdute. Aprire la mente e farsi trasportare è stato l’unico modo per catturare la bellezza e l’originalità di questo romanzo.
“Evitare le cose brutte significa rischiare di precludersi anche quelle belle, e io preferirei sentirmi ferita che non sperimentare mai tutto questo.”
Sono consapevole che la trama conturbante di Io ti proteggerò non è per tutti i palati o almeno non per quelli che cercano la storia d’amore con i classici stereotipi, ma Penelope Douglas ha voluto scoprire terreni inesplorati, per mettere alla prova forse i suoi lettori? Forse chissà, vero è che la linea che ha deciso di intraprendere dalla serie Devil’s Night in poi è sicuramente quella di stupire e di relazionarsi con i propri limiti, e il bisogno di ogni lettore di leggere per estraniarsi dalla realtà e vagare con la mente troverà sicuramente conforto tra le pagine di questo libro. Dategli quindi una possibilità e immaginate anche voi di essere rinchiusi in una baita, dove il solo rumore è quello della tormenta che sta arrivando a sbarrare ogni via di uscita. E mentre vi scaldate davanti a un camino scoppiettante, tre uomini bellissimi vi stanno guardando con il solo pensiero di possedervi… sono sicura che anche la vostra mente, in questo momento, stia viaggiando verso nuovi lidi da scoprire.
“Perché valgo qualcosa solo se qualcuno
è disposto ad amarmi. Proprio come loro.”
Tiziana