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Quando inizi un libro di Jay Crownover non sai mai cosa aspettarti. Dai per certo che la storia sia di un ragazzo tatuato, dagli occhi profondi e tormentati, con un fisico sexy e muscoloso e da un passato torbido e doloroso. Questo potrebbe essere il cliché che caratterizza solitamente i suoi libri. Perché una donna che ha molti tatuaggi non può che descrivere i suoi personaggi nello stesso modo. Ma allora mi chiedo, come riesce sempre a trovare una sorta di autenticità in ognuno di loro? Come riesce in modo così brillante, a raccontare di cattivi che diventano buoni, di diavoli che indossano le ali, e di delinquenti che trovano una redenzione?
Oltre la loro particolarità esteriore, c’è sempre una storia che li caratterizza e che li rende unici. Storie che l’autrice prende spunto dalla vita reale, da fatti accaduti e da momenti contingenti. Quindi Il classico Bad Boy della Jay Crownover non è nient’altro che un mezzo, sexy, attraente e tormentato, per arrivare a rappresentare quella realtà che vive nei bassifondi di ogni città, stato o continente, e che a volte si fa fatica a renderla reale. Questa autrice ha la capacità di tirare fuori il meglio da delinquenti, spregiudicati, e malviventi e incanalarli verso una via di speranza, di pace e di giustizia. I suoi romanzi denunciano temi sociali importanti, che portano il lettore a guardare in modo più introspettivo la realtà delle cose.
“Questo è un romanzo… Ripeto, UN ROMANZO! Non scrivo nemmeno di un luogo realmente esistente, Mi prendo delle libertà, e le cose, per quanto possano essere brutte… le posso rigirare e rendere migliori.”
Siamo ancora a The Point, in quel luogo immaginario che potrebbe essere il luogo alla periferia di ogni città. Un posto dove alberga un clima di terrore e devastazione. Governato da un potere politico corrotto e spalleggiato da quel sistema che dovrebbe, invece, proteggere i suoi cittadini. Intorno a loro ci sono altri poteri, quelli che vivono nascosti e che, con mezzi non proprio legali, combattono una guerra per riportare la dignità a coloro che il sistema ha usurpato e denigrato. I combattenti sono gli stessi delinquenti che hanno trovato una strada verso la redenzione. Un diavolo dalle spire di fuoco e un teppista dalla faccia d’angelo. Sono Nassir e Reece i nuovi redentori dello scettro della giustizia. Dopo aver trovato una loro pace interiore, combattono non solo per loro stessi ma anche per difendere gli abitanti del regno spezzato di The Point. Ma ecco che entra in gioco il nuovo protagonista di questo secondo volume della The Breaking Point Series: Snowden Stark. Un genio famoso per essere un mago dell’informatica alle dipendenze di Nassir. Un vero hacker, che attraverso la sua tastiera, riesce a entrare nei sistemi blindati di qualsiasi rete mandando in tilt perfino i data base governativi. Un genio con una mente eccezionale che agisce riparando alle ingiustizie di tutti coloro che vengono ignorati. Un gigante buono come potrebbe essere definito per la sua stazza, ma anche temuto per astuzia e intelligenza. Stark è un personaggio diverso da quelli che abbiamo conosciuto a The Point. Non è il delinquente in caccia di guai, è un uomo che preferisce vivere nel suo mondo fatto di codici e algoritmi. Un uomo silenzioso che sembra non volere scendere a patti con nessuno. Un personaggio affascinante, con un cuore di latta, un fisico bestiale e due occhi che ti penetrano per carpire ogni segreto.
Non potevo credere che un passato doloroso avesse raso al suolo i suoi sentimenti. Mi piaceva troppo come personaggio, sentivo in lui una bontà latente. Ma quando una teppistella le chiede aiuto, dopo essere entrata furtivamente nella sua casa bunker, per rubargli gran parte della sua tecnologia, il suo volta faccia mi ha completamente atterrita. Poi sono entrata nei suoi pensieri e ho capito che il suo diniego era mosso solo da un momento di rabbia, nato nei confronti di una ragazza riuscita a disarmarlo con la sua stessa arma: l’intelligenza.
“Inutile ricordare che non sapevo come comportarmi di fronte a qualcosa che fosse privo di una scheda madre o di una connessione Wi-Fi.”
Noe Lee entra nella sua vita facendosi spazio fra i materiali freddi e duri che riempiono il suo cuore. Fuggita da una infanzia di violenze e abusi, sceglie di vivere per strada, senza fissa dimora, preferendo essere la figlia di nessuno e non possedere nulla, pur di ritrovarsi in una bella famiglia solo all’apparenza. Una ragazza con una intelligenza formidabile che mette le sue capacità a favore di quelle persone che scelgono, come lei, la via di fuga, aiutandoli a trovare un’altra identità, nuovi documenti e una nuova vita. Fino a quando soccorre una ragazza, che serba un segreto che potrebbe far scoppiare una guerra nelle alte sfere. Braccata dalle lunghe braccia del potere, Noe chiede aiuto all’unica persona a The Point che potrebbe, in modo silente, annientare la vita di qualsiasi persona, ma il “No” di Stark sarà ancora una volta la conferma di ritrovarsi sola.
“Quel misto di rabbia e attrazione verso Noe era stato duro da accettare sin dall’inizio per uomo che era stato fin troppo a lungo insensibile e del tutto privo di emozioni.”
A Stark bastano pochi attimi per capire che il suo “No” può essere la fine della vita di Noe. Si fa strada nel suo cuore un sentimento che lo perseguita da sempre: il senso di colpa. Un uomo che ha chiuso il suo cuore nelle memorie di un data base, ora si sente sopraffatto da sentimenti dimenticati. Noe lo ha sconvolto per le sue capacità. Finalmente una donna che può confrontarsi con lui ad armi pari. Due menti fuori dal comune che hanno congelato ogni tipo di sentimento. Eppure, quell’uomo che si nasconde dietro lo schermo di un pc, sembra cedere davanti a una ragazza indifesa. La passione che nasce come un sentimento nuovo, li porterà a esporsi l’uno verso l’altro, a condividere le proprie cicatrici e a unire le loro forze per rivendicare quel potere che ha consumato gli abitanti di The Point.
Stark e Noe si trovano a metà strada fra i migliori e quelli spezzati. Come se insieme fossero le due metà di un’unica “normale”. Insieme funzionano e si completano. Sono due persone silenziose che ritrovano il coraggio di ritornare a parlare. Ancora una volta, Jay Crownover ha la capacità di rendere migliore chi ha perso ogni speranza di tornare ad amare. La sua scrittura vuole essere quasi esagerata nel descrivere la violenza e la malvagità, ma nello stesso modo, diventa intensa e passionale nel raccontare due cuori che battono all’unisono. Ci sono sempre dei sentimenti riparatori, che possono far ritornare l’alba dopo giorni di notti buie. Ed è proprio questo che rende Instinct, come anche a Honor, primo volume della The Breaking Point Series, una storia dura e cruda, ma anche passionale per la straordinaria capacità di portarti a guardare tutto sotto un’altra dimensione. Dove i cattivi possono essere anche buoni e dove nella devastazione c’è ancora qualcosa in cui sperare. In questo libro l’autrice ha dato sfogo ai pensieri dei protagonisti. A differenza degli altri libri, infatti, la scrittura è più narrante. Sono stati pochi i dialoghi accattivanti che solitamente caratterizzano i libri di questa meravigliosa autrice. Sembra quasi che abbia voluto modellare il racconto sui loro pensieri. Due grandi menti pensanti che riescono alla fine a trovare il loro posto dove essere felici.
“Mi chiesi se avessi finalmente scoperto cosa poteva essere “normale”. Se avevo scoperto il posto in cui potevo essere… proprio quello di cui aveva bisogno quella donna e che io stesso volevo essere per trovare la felicità”
Tiziana