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In nome dell’amore è il secondo libro della serie Swiss Angels, una serie che ha origine da una coppia di coniugi che dà rifugio a bambini in difficoltà. Le storie di questi piccoli angeli dalla vita tormentata, divenuti poi adulti, si incastrano di romanzo in romanzo raccontando le loro paure, i loro disagi e le loro infanzie complicate non dimenticando mai di sottolineare la forza della speranza nell’amore. Nel primo libro di questa serie, La mia anima da custodire, abbiamo conosciuto Aiden e Louise, mentre in questo secondo romanzo conosciamo Nathan, fratellastro di Aiden ed ex fidanzato di Louise che sta attraversando un momento di terribile sofferenza dopo la rottura di quella che credeva fosse la storia d’amore della vita e Liselotte, sua cugina acquisita, che con la sua esuberante giovinezza e la sua gioia di vivere quasi fastidiosa darà filo da torcere a quest’uomo arresosi ad una quotidianità organizzata e priva di stimoli.
“…era come se facesse parte di un sogno di cui non riuscivo a rammentare ulteriori dettagli e, per qualche assurda ragione sconosciuta, quel pensiero mi fece sentire in imbarazzo.
Che diavolo significa tutto questo?”
Nathan è stato un bambino senza identità ora divenuto un giovane uomo che fatica a mettere radici. Ha un animo sensibile e un cuore infranto, i suoi occhi sono ricoperti da un velo di tristezza, sempre persi in pensieri cupi. La sua mente è caduta nell’oblio, trascinata dalla fine della sua storia d’amore. Porta con sé un terribile segreto e nella mente il ricordo di un sogno che lo ha lasciato confuso. L’unica certezza è il rifiuto di cadere di nuovo schiavo di quel sentimento così bello ma anche totalizzante che lo porterebbe a provare ancora quel dolore atroce nel petto e quel senso di perdizione ormai compagni delle sue giornate. La fine della storia con Louise lo ha devastato psicologicamente e l’unico appiglio che gli permette di vivere è il suo lavoro. Nathan è un uomo in carriera di grande successo nel campo finanziario, lo chiamano il re Mida della finanza, ma il troppo stress unito ad una depressione latente che sta arrivando al culmine, lo portano a prendere la decisione sofferta di doversi fermare per ricomporre i pezzi della sua esistenza. Per questi motivi ritorna alla casa d’infanzia in cui ad attenderlo ci sono i suoi due punti fermi, quei genitori che, seppur adottivi, costituiscono la parte più bella e pura della sua esistenza.
Qui per una serie di accadimenti non proprio fortuiti incontra Liselotte, sua cugina acquisita, e con lei inizierà un’avventura straordinaria che li porterà dalla Svizzera in viaggio verso il Brasile dove, il tempo condiviso permetterà loro di conoscersi in modo intimo e svelare i loro segreti rivivendo il passato tragico che li accomuna.
“Forse era quello di cui entrambi avevamo bisogno. Perderci in una grande avventura nell’isola della magia. E così sarebbe stato”
Un Brasile selvaggio riuscirà a placare le loro anime inquiete. E quando le giornate terminano e la notte viene avvolta dal silenzio con l’unico sottofondo del rumore delle onde che si infrangono sulla battigia e del bagliore argenteo della luna, Nathan potrà concedersi il tempo delle riflessioni che la veloce routine quotidiana non gli concede. Riflessioni che non ha avuto mai il coraggio di affrontare, che lo spaventano e confondono, in cui fa breccia lo spiraglio di una speranza perduta e consolatoria.
“Mi sentivo come se stessi camminando su dei cocci di vetro, ma non pativo nemmeno il dolore che i tagli mi procuravano, gli stessi che avrebbero dovuto farmi sentire ancora vivo…Ero diventato insensibile, tutto era morto, privo di significato”
Nathan fino alla fine di questa storia combatte contro la forza di un sentimento profondo che sente nascere nei confronti di sua cugina e che spinge per uscire dal cuore. Fino all’epilogo non si concederà l’indulgenza che è certo di non meritare, non ammetterà di poter riuscire ancora ad amare e la vacanza insieme a Liseotte, la loro amicizia appena sbocciata, le sensazioni di serenità, gioia, voglia di tornare a sorridere che percepisce, fanno rinascere nel profondo del suo essere sentimenti che lo destabilizzano.
“Quella ragazza mi faceva sentire come se, in un giorno di primavera, avessi appena aperto la finestra di una stanza che per anni era stata chiusa. Liselotte era una boccata d’aria fresca….
…Era come se l’aria attorno a lei brillasse, quella ragazza era avvolta da una luce che avrebbe fatto invidia a qualsiasi stella, e anche quelle che risplendevano in cielo, sopra le nostre teste, non potevano nulla contro la sua bellezza naturale”
Liselotte lo abbraccia in continuazione, ride all’improvviso per motivi a lui sconosciuti e fa strane giravolte mentre balla con le braccia verso il cielo. Con la sua irruenza piena di una frizzante allegria, Liselotte nasconde una vita difficile piena di sofferenze a cui non permette di fuoriuscire. Il suo sguardo dolce riesce lentamente a piantare le prime radici nella vita di Nathan e per lui arriveranno il conforto, la perdizione e lentamente un perdono mai sperato.
Questa ragazza ingenua e vulnerabile e così piena di voglia di vivere sarà capace di ricostruire in lui la fiducia nei sentimenti attraverso la strada dell’amicizia, svuotando il proprio cuore di tutte le emozioni meravigliose che contiene per donarle a quello dell’uomo di cui si sta innamorando con una naturalezza ed un entusiasmo travolgenti, nella speranza di convincerlo che un futuro insieme è possibile.
“Provavo uno strano senso di appartenenza accanto a lui, era come se completasse la mia anima”
In nome dell’amore è un contemporary romance inclusivo: comprende un insieme di generi che spaziano dall’ age gap al second chance sfiorando il forbidden. La trama ci conduce in un viaggio sensoriale nel Paese che dà le origini all’autrice: il Brasile. Attraverso quella che viene definita la prima “avventura” che Liselotte e Nathan vivranno insieme, questi due splendidi personaggi impareranno la condivisione di due mondi interiori ben distinti contenenti due dolori terribili e similari.
Tanti sono i temi affrontati ma, a mio avviso, Carmen Weiz si è voluta concentrare sul “mal d’amore” e sul peso che lascia nel cuore dal punto di un’osservazione maschile, con tutte le drastiche conseguenze che ne derivano quotidianamente.
Con la sua prosa raffinata e sempre molto curata nei minimi dettagli, questa autrice incatena il lettore acuendo la bramosia di conoscere l’evoluzione di una storia inedita e appassionante.
Amo il suo stile, i suoi dialoghi con Pov alternato, così ricchi di pathos e sincerità, in cui si evince il forte sentimento d’amore prima di tutto verso la vita.
Ho letto questo romanzo in un momento particolarmente doloroso della mia vita in cui pensavo che nessuna lettura avrebbe potuto tirare fuori emozioni diverse dalla sofferenza in cui mi stavo perdendo, invece la storia di Liselotte e Nathan è riuscita a scavarmi nel cuore permettendo alla sua bellezza di invaderlo e donandomi nuovamente il desiderio di perdermi per qualche ora in una lettura preziosa, coinvolgente e sicuramente indimenticabile. Per questo credo fortemente nel successo di questo libro: per la bellezza di ogni singola frase, per la sua trama disarmante e per i suoi personaggi così bravi a raccontare l’amore attraverso l’amicizia, e che, ne sono certa, lasceranno a chi avrà il piacere di leggerlo, la famosa saudades tanto ben raccontata.
“Mi hai trovato quando i miei battiti erano quasi assenti, e li hai accordati di nuovo. Hai stregato il mio cuore, Lolli, e adesso sta battendo di nuovo, per te. Non credevo che i cuori spezzati potessero essere riparati”
Indimenticabile!
Wanessa
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