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Continua la storia proibita tra Adam e Delilah, tingendosi, se possibile, di toni ancora più scuri. Questo secondo volume ci porta ancora più a fondo nell’animo umano, dove non c’è posto per la bontà e la gentilezza. Nel monastero ogni cosa è sotto l’influenza del male assoluto, quello che esige sempre più potere a discapito degli esseri umani.
Nel primo volume, L’Ancella, abbiamo conosciuto solo la superficie di quello che accade nel monastero, perché nel Il Profeta ci addentriamo ancora di più nelle trame tessute dal padre di Adam. La verità si fa sempre più evidente su quanto Adam sia legato ai vertici del potere vero e, soprattutto, quanto li influenzi e li minacci.
“Adam. Vedo il suo volto. Ho dei flashback diversi ogni volta che riprendo conoscenza. La prima volta che l’ho visto, la notte del falò, il modo in cui i suoi occhi scuri mi hanno assaporato, prendendo molto più di quello che ero pronta ad offrire. Il peso del suo corpo su di me. La sensazione delle sue labbra sulla pelle. L’accenno dell’uomo celato sotto il mostro.”
Questa volta, grazie a una introspezione più accurata sul personaggio di Adam rispetto a Deliliah, scopriamo un lato di lui più dolce e il motivo per cui sta contrastando il padre. Vuole la sua vendetta a tutti costi e non si fermerà fino a quando qualcuno non pagherà per la sua perdita.
Lui è un personaggio dalle mille sfaccettature. La parte più oscura, quella che usa per andare avanti e non crollare, la indossa ogni giorno come una maschera per proteggersi dal padre, dai sentimenti che prova per Delilah e dagli attacchi che arrivano dagli altri protettori. Sarà, infatti, l’oscurità la sua unica protezione quando entrerà in scena un nuovo personaggio, che metterà ancora più scompiglio in una situazione già complicata.
Delilah, invece, deve riprendersi dopo aver pagato le conseguenze delle sue scelte. Soprattutto perché ormai è diventata una freccia dell’arco del Profeta che vuole usarla per i suoi scopi. Sarà difficile per lei contrastarlo, soprattutto perché ora sta scoprendo qualcosa di più sulle sorti della sorella e sul perché della sua morte. Se Adam combatte contro i demoni del padre, lei deve affrontare i dubbi e l’oscurità che la sta accerchiando in un vortice senza uscita. Ogni giorno che trascorre dentro al Monastero rischia di perdere tutto, soprattutto la cosa più importante: la propria identità.
“Non riesco più a pensare a nulla, provo solo sensazioni. E sento tutto, le sue mani, il mio clitoride che pulsa, le lenzuola ruvide sotto di me, il bisogno di lui che oscura tutto il resto. Quando mi posa un bacio sulla schiena, tremo e mi volto verso di lui. Ho bisogno che le sue braccia mi avvolgano e che lui mi sussurri i suoi segreti all’orecchio.”
Non posso non parlare del Profeta, capo assoluto di questa setta di esseri umani malvagi e privi di scrupoli. È dura leggere i capitoli in cui appare, perché si fa fatica ad affrontare la sua visione, il suo credo, il suo bisogno di sottomissione della donna. È un perfido facile da odiare, Celia Aaron è stata bravissima infatti a renderlo perfetto nella sua malvagità, nel suo piano di conquista del potere.
Leggere questo secondo volume è stato ancora più doloroso del primo, perché ero consapevole a cosa andassi incontro. Sapevo che avrei letto di dolore fisico, torture psicologiche e di cattiveria pura. Nonostante però la consapevolezza è stata una lettura difficile, perché non c’è stato quasi mai un momento di sollievo. Ma, per chi come me ama il dark, il costringerti a non volgere mai lo sguardo dalla bruttezza del mondo che circonda questo emisfero letterario, rende questa serie intrigante e oscura. Non vedo l’ora di leggere il terzo volume, perché ho bisogno di una resa dei conti. Ho bisogno di sapere se quella cattiveria finisca ed entri un raggio di sole a illuminare tutta quell’oscurità.
Il profeta conferma la bellezza e il potenziale di questa serie, la tensione si mantiene sempre alta non permettendo mai al lettore di tirare il fiato. E, soprattutto, renderlo avido di sapere se il sacrificio finale sarà servito a qualcosa.
Alla prossima lettura,
Valentina