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Diventa molto intrigante leggere un’autrice per la prima volta quando assapori ogni parola cercando di capirne lo stile, il modo di presentare i protagonisti e la capacità di arrivare al lettore. Per me Il mio chiodo fisso sei tu, a differenza di tante lettrici che amano il romance, è stata la mia prima volta con Karla Sorensen. Quindi in punta di piedi ho iniziato questa lettura cercando di assaporare le nuove impressioni, incuriosita dalla trama e da quel genere definito hate to lovers che mi intriga sempre tanto.
“Se io posso dimenticare quello che è successo, allora puoi farlo anche tu. Non ho certo intenzione di strapparmi la camicetta di dosso e supplicarti di darmi un’altra possibilità.”
“Tesoro, Non farebbe differenza se lo facessi.”
Quelli che l’autrice presenta sono due personaggi che hanno avuto un passato insieme non proprio idilliaco, quanto piuttosto burrascoso. Un’opportunità di crescita lavorativa permette a Molly di incontrare una cotta adolescenziale che pare non sia stata mai dimenticata, soprattutto quando, dopo dieci anni, in un ascensore, si ritrova davanti il corpo maestoso di un campione di football. Quelle che sono state le loro reazioni mi hanno fatto sorridere perché mentre Molly riesce, dopo essersi ripresa dalla sorpresa, a elargire sorrisi e manifestare una certa tranquillità nel rivederlo, il comportamento granitico e scontroso di Noah non lascia spazio a pensare che lui tranquillo non lo è affatto. Ma non mi sono scoraggiata, anzi questa è stata la scintilla che mi ha trasportata a bruciare le pagine, infervorata e incuriosita di conoscere nei dettagli quello che era stato il loro passato. Ci ha pensato la stessa autrice con un geniale spunto narrativo a mettere sotto una lente di ingrandimento il cambiamento dei suoi protagonisti, cito cambiamento perché loro insieme a me, passo dopo passo, hanno iniziato un viaggio verso la conoscenza di ciò che gli anni hanno contribuito a far diventare Molly e Noah come lo sono adesso. Molly ha abbandonato il suo spirito selvaggio e indomito per intraprendere un temperamento più empatico e tranquillo.
Un’attitudine innata ad ascoltare e rendersi disponibile agli altri l’hanno resa una ragazza brillante e simpatica nella vita e nel lavoro. Con il suo modo semplice ma allo stesso tempo efficace di interagire, lo scontroso Noah entra letteralmente in “tilt”. Mi piace pensare a questa parola come alla causa di un mal funzionamento di una macchina perfetta, la stessa che Noah sembra essersi costruito intorno alla sua fama di campione di Football. Una vera macchina da guerra programmata per vincere e primeggiare con il titolo di migliore giocatore. Ma quella che è la vera vita di un campione appare contornata da solitudine e da un ritmo dettato dai soli allenamenti per migliorare le sue performance. Sembra quasi di vedere un robot che non riesce a godersi la vita oltre il gioco, che allontana gli affetti e le amicizie perché potrebbero divenire motivi di caos nella sua perfetta routine di vita da campione. Quello che Noah scopre è che nessuna vittoria potrà mai essere così bella e intensamente vissuta se non condivisa con la persona che riesce a farti emozionare. Ed è qui che Molly, con la sua capacità di vedere il vero Noah che si nasconde dentro la macchina, arriva a scombinare il programma di vita così ben oliato da apparire quasi perfetto.
“Questo era il problema dello scegliere una vita illibata, vero? Bastava che la sua pelle sfiorasse la mia e mi ritrovavo a dover trattenere disperatamente ogni impulso da cavernicolo che galoppava nelle mie vene sottili.”
Un bacio inaspettato, incontri che sanno di passione e sentimenti che riaffiorano, voluti dimenticare per l’avventata bramosia di un momento in cui l’istinto viaggiava più veloce della mente. Ma sono loro, Molly e Noah ora più maturi, per costruire qualcosa di stabile e rincorrere il desiderio di provare a rendere tangibile quello che la vita sembra offrirti come una seconda occasione.
“Se mi avesse lasciato andare, mi sarei allontanato. Se mi avesse chiesto di fermarmi, l’avrei fatto subito. Ma finché mi avesse stretto a sé in quel modo, sarebbe stata mia.”
Emozionante e profondo è stato guardali come dietro a una cinepresa in cui erano loro senza filtri a interagire tra battibecchi e sguardi profondi, in un continuo scoprirsi e piacersi di più. Molly è stata il blackout assoluto che ha staccato la spina pur rischiando di vedere il suo cuore spezzarsi ancora. Ma ciò che nasconde Noah sono sentimenti che potrebbero far diventare il campione un grande uomo e la generosità e la pazienza di Molly sono state premiate nel vedere lo scorrere delle immagini di questo meraviglioso film in cui inaspettatamente l’amore ha ingombrato ogni scena.
Una scrittura semplice, creativa e a tratti profonda, accompagnata da un pizzico di ironia, è stata un traghetto verso le emozioni. Un libro bellissimo in cui ho avuto il tempo di innamorarmi dei protagonisti e della famiglia di Molly, grazie ai quali ho potuto riflettere su quanto si può essere felici anche in una famiglia non convenzionale, ma questa chicca la lascio a voi lettori perché sarà un momento molto intimo da scoprire. Una bellissima storia d’amore per le lettrici romantiche che amano le storie in cui l’amore ritorna con il suo tempo per manifestarsi ancora. Un libro che mi ha incatenata alle emozioni che hanno avuto bisogno di quel tempo per essere tangibili, ma che sono state ancora più intense per averle attese.
“Io che scavalcavo la barriera e mi gettavo tra le sue braccia. Lui sudato e sporco e scompigliato, che mi sollevava in un forte abbraccio sul caotico campo post-partita. Con un sorriso sulle labbra. Non un sorriso triste. Noah Griffin sorrideva come se avesse appena vinto.”
Tiziana
