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“Glitter Baby era tornata”
Inizia così il libro di Susan Elizabeth Phillips, una delle regine del romance mondiale apprezzatissima anche qui in Italia. Glitter Baby è il prequel della bellissima serie “Wynette, Texas”. La protagonista, all’anagrafe Fleur Savagar, è una bellissima modella che per anni è stata la famosa “Glitter Baby”. Una ragazza luminosa che in pochissimo tempo sotto la guida della madre Belinda, una donna che non ha mai sfondato nel cinema e nella moda ma che ha sempre ambito a diventare famosa, ha spinto sua figlia a frequentare il mondo patinato del cinema.
Subito dopo l’annuncio del ritorno di “Glitter Baby”, l’autrice descrive un viaggio lungo nel quale dettaglia il percorso che ha portato Fleur dov’è ora, all’ingresso di un importante evento dell’alta società di New York vestita con un meraviglioso abito creato dal suo stilista di fiducia. Subito i giornalisti presenti e tutte le persone che la riconoscono si chiedono incuriosite dove sia andata a finire la giovanissima modella e attrice che solo pochi anni prima riempiva le copertine delle riviste più famose.
“Un velo di superbia brillò nei suoi occhi non proprio nocciola e il suo mento scolpito assunse un’inclinazione quasi arrogante ma, dentro di sé, Fleur Savagar era terrorizzata”
Fleur, fin dall’inizio della sua carriera è sempre stata una ragazza insicura persino della sua bellezza. Difatti non ama guardarsi allo specchio e vantarsi, tanto che per nascondere l’imbarazzo, ha imparato a guardare il suo orologio cronometro al polso e a sbadigliare per far credere alle persone intorno a lei che nulla la può turbare.
La Phillips, come sempre è una scrittrice di talento nel descrivere in maniera impressionante i percorsi delle donne protagoniste dei suoi romanzi, non solo scoprendo pian piano le loro vulnerabilità e i loro più intimi desideri, ma soprattutto realizzando i loro sogni creando l’uomo perfetto per loro.
Fleur incontra Jack Koranda a 18 anni, quando i produttori del film del quale Jack ha scritto la sceneggiatura scelgono Fleur perché, come dicono loro, “buca lo schermo” ed è adatta per la parte. Jack non è per niente convinto di questa scelta, lui la considera una ragazzina viziata e incapace di recitare. La sua vita, dopo la guerra in Vietnam non è stata più la stessa, ma è diventato famoso casualmente girando una serie di film western piuttosto violenti vincendo dei premi ambiti e ora vuole dare una svolta alla sua carriera.
Nonostante le evidenti differenze, Fleur e Jack iniziano a conoscersi e a scoprirsi più affini: lui scopre dietro la sua bellezza una latente ingenuità tanto che decide di aiutarla nel ruolo che deve interpretare. Fleur inevitabilmente, scevra di qualsiasi esperienza amorosa, si innamora perdutamente di lui.
“I suoi sentimenti erano diventati più complessi della semplice attrazione fisica. Forse era uno stadio avanzato di amore giovanile. Sfortunatamente lo aveva indirizzato verso un uomo che la trattava come se avesse dodici anni”
Il loro amore non ha futuro e presto le loro strade si dividono nonostante l’attrazione prepotente tra loro e la ricerca spasmodica di entrambi di una vita semplice e lontana dalla notorietà e dai pettegolezzi mondani. Fleur inizia così un percorso completamente da sola che la aiuterà a capire chi è e cosa vuole creare nella sua giovane vita, un’esistenza che non aveva mai potuto scegliere autonomamente nel periodo precedente.
“Vide la sua solitudine.
La paura e il rispetto per sé stessa che aveva perso lungo il cammino”
Fleur scopre presto di avere talento per la negoziazione e, a seguito di alcuni investimenti oculati, riesce ad aprire una sua agenzia. Finalmente può esibire una bellezza che non è solo esteriore, iniziando per la prima volta a guardarsi allo specchio senza paura.
Nella sua nuova vita ricompare anche Jake che, dopo il film con Fleur, non è più riuscito a scrivere nulla. Ricominciano tra di loro i battibecchi, le schermaglie, e soprattutto ritorna l’attrazione. È come se si conoscessero di nuovo guardandosi in modo più approfondito, confrontandosi e pretendendo schiettezza e sincerità, amore e bisogno dell’altro, con coraggio e determinazione.
“Nella sua borsetta c’era uno specchietto compatto. Lo aprì e iniziò a studiarsi la faccia.
Il suo viso era parte di lei: vedeva intelligenza nel suo riflesso,
sensibilità nei suoi occhi, umorismo nella sua grande bocca”
La Phillips riesce ancora una volta con le sue parole a farti percepire le emozioni che si muovono nel cuore dei suoi personaggi. La scrittura è come sempre fluida e incalzante e la storia è talmente ricca e variegata da arrivare alla fine di un capitolo con la voglia spasmodica di iniziarne subito un altro.
Amo i romanzi di questa autrice perché sono una donna molto introspettiva che spesso cerca momenti di solitudine per lasciare decantare tutti gli avvenimenti, i pensieri, gli accenti che inevitabilmente abitano la mia quotidianità. Non sono impulsiva e le mie reazioni immediate sovente vengono sostituite da approcci più riflessivi e ponderati, più legati alla mia sensibilità. Ecco perché mi piace tanto leggere, i libri sono il luogo ideale per dare voce ai suoni, i profumi, i battiti di ali che sento nel cuore.
Cristina