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Fiori di tarassaco, il nuovo imperdibile romanzo di Barbara Morini, racconta la storia di Enea un affascinante professore single, abitudinario, poco loquace e maniaco dell’ordine che dopo la perdita del fratello accoglie in casa la nipotina di otto anni, Malai. Il racconto del loro legame è un viaggio nell’animo confuso di Enea e un profondo, oltre che sincero, tributo all’amore e alla dolcezza che gli incantevoli protagonisti dispensano in modo talmente intenso da far percepire a chi legge, emozioni tangibili che resteranno a lungo nella memoria.
Non so se la storia narrata sui fiori di tarassaco sia vera ma mi piace pensare che lo sia; il pensiero che questi fiorellini selvatici del colore del sole si trasformino fino a diventare dei piccoli batuffoli bianchi a cui affidare con un soffio i ricordi per chi non c’è più, regala un senso di conforto e pace che mi ha tenuto compagnia per tutta la lettura perché, come Malai, ho da poco perso mio papà e dopo aver letto questa storia così emozionante, nella mia vulnerabilità ho voluto affidare anch’io ad un fiore di tarassaco il mio soffio di ricordi per lui, ritrovando così un po’ di quella pace che da qualche mese mi manca.
“Le fate lessero nei pensieri della bambina e videro la sua tristezza, perciò, piansero una lacrima sulla corolla del fiore, trasmutandolo in n globo soffice e trasparente. Chiesero alle sorelle della brezza di scuoterlo e dal soffione si staccarono dei semi che, lievi, raccolsero i pensieri tristi e li portarono altrove”
La piccola Malai col suo “tempo di resistenza al silenzio calcolato in una manciata di minuti” è un uragano di vivacità che stravolge la vita abitudinaria e silenziosa di Enea illuminandola di caos e tenerezza. L’equilibrio precario di quest’uomo tanto affascinante quanto solo, pieno di manie e insicurezze, viene rimescolato e messo a soqquadro davanti a diverse scelte da affrontare che lo ridurranno allo sfinimento mentale e sarà meravigliosa la percezione di come l’interazione con la nipotina lo trasformerà in un uomo diverso, più allegro e soprattutto migliore.
“Sai perché parlo sempre? Perché mi spaventa il rumore dei miei pensieri”
Il grande trauma che investe la vita di Malai non può essere affrontato da Enea in solitaria, per questo cerca aiuto in Elsa, una tata un po’ singolare che porterà alle loro vite la stabilità perduta da entrambi.
Elsa ed Enea sono però uno l’antitesi dell’altro: lui ossessivo compulsivo, lei disordinata e caotica. Elsa è una ribelle laddove Enea ha un’indole accomodante; lui è un uomo di grande cultura e intelligenza, lei non è riuscita a diplomarsi imparando dalla vita quello che i libri di scuola le avevano impedito di apprendere per via di un segreto sconosciuto a molti.
Eppure, quando si dice che “i poli opposti si attraggono” non si sbaglia quasi mai. Le profonde differenze tra i due creano a dispetto di ogni funesta previsione, una connessione potente, un legame profondo di empatia che metterà in gioco anche i loro sentimenti unendo così tre mondi diversi che grazie al potere dell’amore si fondono in un unico stupefacente pianeta caldo e confortevole dove poter vivere in armonia perenne.
“La vicinanza emana un calore non tangibile, che non scalda la pelle, ma vi si insinua sotto e, a modo suo, invade il sangue, attivando un tepore diverso che, fluendo attraverso le vene, arriva al cuore”
Dal canto suo Elsa è già piena di incertezze che, con l’arrivo nella sua vita di Enea, iniziano però a scomparire magicamente. Attraverso i disegni che Elsa ama fare, Enea impara a conoscere sua nipote. Guadandola e ascoltandola con la giusta attenzione, inizia a giocare con lei, trova il coraggio di compiere gestualità prima d’ora incompiute come una carezza o un bacio e impara ad accoglierla trasformando quel senso di inadeguatezza in un amore puro, presente solo in una vera famiglia.
“Mi creda, in due il peso è più lieve. Lo lasci qui, stasera, adesso. Faccia pace con sé stesso”
I presupposti affinché Fiori di tarassaco potesse essere un romanzo straordinario c’erano già dal nome dell’autrice. Barbara Morini infatti è una delle scrittrici che più amo leggere; col suo talento arguto e sopraffino sa creare dei personaggi sempre sopra le righe, un po’ fiabeschi, raccontandoli con una prosa quasi poetica e non mancando però di analizzarli nel profondo e creando intorno a loro un’aura di magia che riesce a incantare la lettura. È un’autrice raffinata e attenta, le sue storie sono sempre originali, curata nei particolari e dall’esposizione grammaticale sempre molto precisa. La sua prosa è colma di geniale ironia con cui addolcisce tematiche dolorose rendendole comicamente sopportabili, facendo in modo di percepire il dolore attraverso la lettura senza che questo venga menzionato.
Fiori di tarassaco oltre a essere un romanzo che racconta con delicatezza la perdita di una persona cara, regala anche una visione diversa sul concetto di famiglia raccontando la storia di tre vite incompatibili che riescono a trovare un comune denominatore che li spinge a camminare insieme.
Un romanzo che incanta per la tenerezza nascosta tra le righe, che racconta due storie d’amore diverse ma complementari, che incita all’accoglienza del prossimo, ad aprirsi alle emozioni e spogliarsi delle proprie insicurezze in nome di una vita più bella.
“Quanta bellezza si nasconde nel cambiamento e quanta maturità nel metterlo in pratica. Si dà ascolto alla parte di noi che richiede un mutamento, a prescindere da cosa lo abbia sollecitato, e si fa un passo avanti, ma in una direzione diversa, in grado di svelare ai nostri occhi nuovi orizzonti e prospettive”
Wanessa