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Data di Pubblicazione 16 Dicembre 2019

Estratto
Spengo anche l’ultima fonte luminosa e rimaniamo completamente al buio. Le stelle brillano come la prima volta che mio nonno me le ha fatte trovare in camera, diceva che erano una magia. Anche adesso penso che siano una magia insieme alla versione acustica di This must be the place interpretata dai Lumineers, che ascoltiamo per la terza volta di fila.
«Q-quella è Andromeda. Lì ci s-sono i segni zodiacali… Ariete, Sagittario, Scorpione…» vado avanti a spiegare fin quando, con la coda dell’occhio, mi accorgo che Samuel non sta più ammirando il soffitto, ma è rivolto verso di me.
Con il cuore in gola, piego la testa nella sua direzione. I suoi occhi azzurri sono ancora più luminosi delle stelle che ci osservano dall’alto del soffitto, ma quando si avvicina per baciarmi, scompaiono dietro le ciglia. È un bacio lento, morbido, straziante. Ho il cuore che batte così forte che ho paura riesca a sentirlo persino lui. Avverto il suo corpo voltarsi del tutto verso di me, le sue mani afferrano i miei fianchi per spostarmi verso di lui. Quando i nostri corpi s’intrecciano, nella mia testa vedo stelle che esplodono, fuochi d’artificio, fiamme che divampano. Ma vedo anche noi due che fluttuiamo nell’universo silenzioso, finalmente in pace, finalmente a casa. This must be the place.
Uno di quei baci, che più che farti sentire troppo cresciuta ti fanno credere di essere di nuovo una ragazzina alle prime armi, completamente disarmata di fronte all’onda che sta per travolgerti.
