Directions
“Una parte di me era terrorizzata, l’altra invece ambiva soltanto alla pace assoluta pregustando il meraviglioso cessare del dolore: solo una piccola spinta, mi diceva, e sarà tutto finito”
Eileen deve fare un solo passo per spegnere definitivamente la mente e lasciarsi cadere nel vuoto. Un passo per precipitare inesorabilmente verso la fine di una sofferenza troppo grande da sopportare, per annientare quel senso di colpa che sa benissimo di non riuscire più a sostenere. Per lei cadere o vivere sono due pesi della stessa misura. Peccato che un diavolo con le sembianze di un angelo è lì in quel momento per deridere il suo gesto e offrirle una possibilità, l’unica che la sua mente decide di ascoltare. Un accordo, una scadenza, una promessa. Tre mesi, una punizione che sia più giusta della morte e la promessa di ricredere nella vita.
Questo è l’inizio di nuovo un viaggio che Eileen sta per affrontare, in cui anche il suo nome verrà sotterrato, insieme a ogni cosa a lei appartenuta. Ora deve imparare, attraverso la sofferenza, a spegnere il dolore, a sopravvivere per scoprire che vivere sarà la sua nuova forma di accanimento. Un percorso ignoto di cui non conosce la strada e che la porterà a non riconoscere nemmeno più sé stessa, però lei, accettando, sceglie di chiudere gli occhi non per cadere ma per imparare a volare.
“Nel suo modo poco ortodosso di agire aveva innescato in me una reazione di sopravvivenza, lo aveva fatto di proposito, per dimostrarmi che aveva ragione: non mi ero ancora data per vinta.”
Strano come la mente umana reagisce nei confronti del dolore. Per non soffrire la via più semplice, a volte, è quella di lasciarsi cadere o crogiolarsi nella compassione. Logan Evans credeva di fare un nuovo esperimento: educare quella giovane donna ad affrontare il dolore e a guarire il cuore dal veleno della sofferenza di chi ha colpe da espiare. Negli occhi di quella donna, infatti, aveva intravisto una luce che non si era ancora spenta del tutto: il coraggio. La compassione e la pietà, tuttavia, non rientrano nei suoi piani, per lui sono solo sentimenti che spingono nel baratro e bisogna superarli solo dando priorità ai messaggi che vengono direttamente dal corpo, quelli che la mente non può ignorare. Piangere, patire, lasciarsi andare sono il lascia passare per chi è corroso dai sensi di colpa, quindi Logan decide una punizione per ogni lacrima, una sofferenza più grande per ogni pena. Solo allora il corpo reagisce lentamente come forma di autodifesa e sopravvivere diventa la vera ossessione.
“Era quell’anelito di vita che si insinuava sottopelle, sussurrandoti di non aver paura perché tutto era ancora possibile, la vita non aveva fine…”
L’educatore impavido e la donna che aveva deciso di lasciarsi andare sono i protagonisti di Falling down, ultimo romanzo scritto dalla magistrale penna di Anna Chillon. Un’autrice a cui piace sperimentare nuovi generi e ogni volta intraprendendo la via meno facile, con risultati comunque sempre brillanti. In questa ultima opera, oltre ai protagonisti, è la mente umana a rubare la scena. In un viaggio psicologico e introspettivo, Anna Chillon ci traghetta attraverso i sensi di colpa e le pene che ne conseguono, per scoprire che la via verso la salvezza è quasi più dolorosa del mettere fine alla propria vita, ma anche l’unica che può portare verso la rinascita. È proprio reagendo attraverso gli impulsi che vengono inviati dal nostro corpo che lentamente la mente si svuota e tutto quello che è tangibile e terreno diventa linfa per vivere.
“Lui ti scoperchiava l’anima e ci frugava dentro, ti estraeva il cuore e lo prendeva in mano per mostrartelo ancora palpitante.”
Logan Evans, l’educatore, è un uomo impavido e quasi troppo dispotico, la sua profonda conoscenza dell’animo umano lo porta a escogitare metodi poco ortodossi per curare i mali del cuore. Ma ogni lezione impartita o punizione inferta riportano alla luce una generosità che forse nemmeno lui è pronto ad ammettere. La sua perseveranza nel cercare ancora un battito nel cuore di Eileen che possa confermarle che la vita vale la pena di essere vissuta è il suo unico fine. Restituire un senso di umanità a chi sembra averlo perduto per sempre sembra arbitrario e forse anche un po’ superbo, visto che ognuno ha un legittimo modo personale di affrontare il lutto e la sofferenza, ma se ci si lascia andare alla vicenda isolata messa in scena dalla Chillon, il lettore potrà comunque ricavare la logica di un rapporto che si sviluppa sulla reciproca guarigione: mentre lui salva lei, infatti, lei sta salvando lui.
“La verità è che ho dato fondo alla mia lucida follia, e l’ho fatto perché sapevo di averne bisogno.”
Il personaggio di Eileen o Isabel, come lui ha deciso di chiamarla, è quello che ho ascoltato, compreso e poi ammirato. Una donna che vede nella morte la fuga dal dolore, non è altro che un’anima spezzata che non trova altra via per redimersi. Ma la nuova Isabel di coraggio e tenacia ne ha da vendere. Lei ostacola Logan su ogni arbitraria decisione presa, eppure riconosce che, mentre è così presa a contrastare ogni pena inflitta, il suo corpo contrariamente reagisce incanalandosi verso desideri che piano piano la riportano in vita. Il profumo di un caffè sembra qualcosa di nuovo e dimenticato, come assaporare del cibo oppure ascoltare la natura di cui capisce di non aver mai percepito la vera bellezza. Tutto ciò che la circonda diventa un nuovo mondo che guarda ora con gli occhi di chi non lo ha mai osservato bene. Perché quando sopravvivere diventa la nuova ossessione si impara ad apprezzare anche quelle piccole cose dimenticate e a incanalare la sofferenza in una giusta dimensione.
“Voglio uscire da quel cancello, alla scadenza nel nostro patto, avendo tutta la forza necessaria per rifarmi una vita, senza paura. Una bella vita.”
Una lettura che porta a riflettere sulla psiche umana e soprattutto a dare la giusta importanza al dolore e alle sofferenze che la vita a volte ti porta ad affrontare. Una storia che ribadisce l’importanza di certi valori, come ad esempio ritrovare la fiducia in noi stessi quando sentiamo di averla perduta, che segna anche un primo passo per la comprensione verso gli altri. Infine, ho trovato bellissimo il gesto di accettare un aiuto da chi ti porge una mano, perché è un atto di fiducia che implica il desiderio, ma anche il coraggio, di farsi aiutare. Contrariamente al titolo, tra l’altro perfetto per questo libro, Falling down trasmette speranza e voglia di tornare a vivere, con un finale che cambia il ritmo a una narrazione a volte troppo statica, che ammetto di aver assaporato molto lentamente perché non capivo dove l’autrice mi volesse portare. Davanti a me avevo l’ignoto, ma poi passo dopo passo mi sono affidata alle sue parole crude ma reali che mi hanno accompagnata verso un percorso di rinascita e soprattutto verso l’amore per la vita, un concetto che a volte sembra troppo sottovalutato.
“Respira, sii grata di respirare.”
Tiziana