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Leggendo Élite. Ossessione e potere mi sono ripetuta più volte di rimanere coi piedi per terra. Ci sono quei libri che riescono a farti evadere con la mente, sorpassando i confini della realtà, lasciandoti fluttuare in atmosfere surreali, sopraffatti da quelle emozioni che temi possano spegnersi, anche solo sfiorando la carta per voltare la pagina del capitolo successivo. Con Donovan Kincaid sono stata travolta da un vero e proprio enigma che mi ha catalizzato la mente tra perversione, desiderio, eccitazione e rabbia verso un uomo di cui fino in fondo non sono stata in grado di coglierne la vera essenza, ma solo a tratti a percepirne il suo turbamento. Naturalmente sto parlando del protagonista maschile di Élite. ossessione e potere di Laurelin Paige. Un’autrice di cui ho letto in passato alcuni dei suoi libri, assaporando la passione alienante con cui nutre le sue storie. Ma niente in paragone mi aveva preparata a sentire, se non quasi a toccare, quella tensione viscerale che, con sviluppata maestria, è riuscita a farmi eludere la realtà, fino a costringere i miei sensi a godere di un personaggio così enigmatico. Donovan ha costruito la sua vita infischiandosene della moralità e agendo con una classe innata di come chi, dietro ogni parola e ogni gesto, nasconde un mondo, che nemmeno sfavillanti limousine o svettanti grattacieli di proprietà riescono a palesare, per quanto sia complicato e tormentato. E non stiamo parlando di un Christian Grey con manie sadomaso, ma di un personaggio che agisce dietro una psicologia calcolata, annientando completamente ogni convinzione, fino a confondere i confini di quelle etiche autoimposte, soverchiandole di una bramosia quasi malsana, che induce a fantasticare in pensieri più perversi, trovando facili vie per rivelarsi. Donovan è un uomo abilissimo a giocare con la mente, muove le sue pedine annientando ogni difesa, fino ad arrivare a conquistarsi un angolo della mente per albergarvi quasi indisturbato. Riesce attraverso lunghi silenzi, pochi gesti, profondi sguardi, e con ogni mezzo a lui disponibile, ad attrarti in modo quasi intossicante verso la liberazione di fantasie nascoste, che prima d’ora non avevi mai pensato di desiderare.
“Non riuscivo a smettere di pensare a quello che era quasi successo, a quello che avrei voluto succedesse, a quello che lui avrebbe voluto accadesse.”
La sua vittima inconsapevole sembra troppo docile per resistere ai suoi giochi. Sabrina è una ragazza che viene attratta dalla scintillante armatura di un cavaliere che la salva dalle insidie di un mondo dorato in cui lei brama di arrivare. Ma Sabrina, dopo dieci anni, è diventata la donna forte e determinata che, dal loro primo incontro, in cui aveva assaggiato il desiderio per un uomo affascinate e poi l’odio per la sua algidità, ora gioca quasi ad armi pari, rispondendo con la rabbia per ostacolare quello che il suo corpo brama, e con il desiderio per quello che non riesce a frenare di voler soddisfare. Li ho ascoltati e guardati sfidarsi in un duello dove la ragione sembrava sgretolarsi davanti a una passione travolgente che si confondeva con l’oblio. Ho centellinato ogni loro mossa per capire dove quella dicotomia fra fantasie e ragione potesse arrivare a confondersi e fino a dove, quell’insana voglia di possedersi potesse trasformarsi in qualcosa di più concreto. Ed infine ho lasciato che i miei sensi si liberassero, inseguendo la loro brama che ho percepito mia.
“Si. Dovevo dirglielo, perché questa avrebbe potuto essere la mia unica possibilità di dare vita alle mie fantasie più oscure e segrete. E nutrire quel bisogno, quel desiderio, quella fame insaziabile era una ragione più che sufficiente perché ne valesse la pena, nonostante l’umiliazione.”
Questa storia può essere alienante per chi, come me, riesce a farsi catturare dalle parole di una mente intelligente come la Paige, che è riuscita a sagomarle alla perfezione dando ampio spazio ai pensieri più torbidi dei suoi personaggi. Ho adorato Sabrina per le sue debolezze e per il coraggio di ascoltare le sue segrete fantasie senza temere di renderle reali. È stata una donna che all’inizio ho pensato fosse il personaggio più vulnerabile, poi ho capito che era proprio lei che determinava le situazioni e che ne provocava le azioni. Confonde il lettore con il suo modo di dare sfogo alla rabbia per non sapersi trattenere, ma poi diventa una leonessa pronta a sbranare la sua preda quando lascia libere le sue perversioni. Sul personaggio di Donovan Kincaid potrei scrivere fino all’inverosimile ma voglio concentrarlo sui suoi silenzi, sul modo di scrutare e guardarti dentro, sul suo fascino che scatena pensieri perversi e alienanti per la mente e per il corpo. Potrei parlare del suo linguaggio schietto e brillante con cui riesce a confondere. Della sua capacità di manipolare gli altri ma anche se’ stesso, per negarsi la possibilità di desiderare qualcosa che non riesce ad ammettere. E infine vorrei spendere due parole per Laurelin Paige, sulla sua intelligenza e capacità di aver saputo far perdurare una tensione tangibile per tutto il romanzo, per aver tessuto una rete in cui mi ci sono incastrata dentro e con cui mi ha trasportata con la mente e con il corpo verso il desiderio di fare parte anche io di questo gioco. Un romanzo che bisogna leggere aprendo la mente e il cuore e farsi solo trasportare, perché a volte subire il fascino di un uomo come Donovan Kincaid vuol dire liberarsi di desideri che sono troppo oscuri per renderli reali.
Ora non mi resta che contare i giorni, le ore e i minuti per conoscere fino a dove mi porterà la brama di questi intriganti personaggi. Il desiderio di sapere se c’è stato anche il cuore oltre la mente a far muovere le pedine di questo alienante gioco, continuerà a infestare la mia mente fino alla prossima parola “fine”.
Buon viaggio verso l’oblio.
Tiziana