Directions
“Talvolta nella vita accade che un impulso irrefrenabile ci porti contro ogni buonsenso a imboccare una determinata strada. Nel mio caso mi indusse a optare per una via aspra che a un certo punto portò a chiedermi che diavolo me lo avesse fatto fare, anche se non riuscii mai a pentirmene. Perché quella, senza ombra di dubbio, fu la prima vera strada che scelsi e percorsi da sola.”
Agata è una giovane donna, di buona famiglia, ma le regole dettate dai suoi genitori non la lasciano esprimere al meglio. Per liberare la mente e trovare pace, decide di avventurarsi nel bosco. Immersa nel verde trova un capanno, il cui proprietario è un uomo rozzo che tenta di cacciarla via.
Da quel giorno la curiosità e la voglia di evadere di Agata, la fanno ritornare spesso nel bosco, poiché ormai lei vuole conoscere quell’uomo che si cela dietro al silenzio, che le parla attraverso gli sguardi e le movenze di un corpo possente.
A piccoli passi, tentando a volte di ignorarlo, si avvicina sempre di più, entra in contatto con il suo mondo, che appare una piccola bolla fuori da tutto e tutti.
Quest’uomo con “un animo inquieto, arrogante, combattente” non ha alcuna intenzione di svelare la sua identità, ma a modo suo concede ad Agata di irrompere nella sua vita, dettando le regole alle quali la giovane decide di sottostare. I silenzi e gli sguardi che i protagonisti si scambiano, valgono più di mille parole.
Un uomo, un orso libero, che vive secondo le leggi del bosco, può lasciarsi ammansire da Agata, e dalla sua voglia di sapere e di vivere una vita a colori?
“Stare con lui mi distruggeva ogni volta. E non avrei rinunciato nemmeno a una di quelle volte.”
“Duro da amare” evidenzia quanto possa essere “assordante” il silenzio, poiché a volte per capirsi e conoscersi le parole non servono. La comunicazione non verbale è la forma di dialogo più sincero, perché non si può fingere. È il corpo che “parla” e le emozioni appaiono per quello che sono realmente.
Agata e “l’orso” compiono un viaggio alla scoperta di loro stessi, per poter assaporare appieno la vita. Una vita che sa privarti delle cose più belle ma anche regalarti attimi inaspettati. Sono entrambi bloccati in un limbo, e hanno bisogno di trovare la retta via per tornare a risplendere alla luce del sole, per essere completamente loro stessi senza alcun vincolo.
Anna Chillon, anche con questo terzo volume della serie “Pietre Preziose”, riesce a prendersi un pezzo del mio cuore, e sono sicura che conquisterà tutti voi. La sua padronanza di linguaggio e la sua penna impeccabile hanno creato due personaggi diversi, ma che uniti si completano. Si cercano, si scontrano, si allontanano, ma come due calamite, si attraggono.
Molto probabilmente è pura coincidenza, ma per quanto concerne la pietra preziosa, credo che l’agata calzi a pennello con il personaggio femminile: è una ragazza testarda, che sa infondere coraggio e ottimismo. Non si lascia scoraggiare, e decide finalmente di lottare per sé stessa, e per i suoi sogni. Porta pace e tranquillità. Questo è ciò di cui ha davvero bisogno il demone che scalpita dentro l’anima dell’orso, il protagonista maschile.
I ricordi e le cicatrici del passato per lui sono indelebili, ma Agata gli insegna che bisogna imparare a conviverci, e che nascondersi non serve a nulla.
E quest’uomo dai modi rudi, dal puro istinto animale, la convince che deve credere nelle sue capacità, nel superare i suoi limiti, e non continuare a celarsi dietro ai suoi continui e insistenti “non posso”.
Anna Chillon riesce a creare scene di primordiale erotismo, che possono essere considerate al limite tra concesso e non concesso. A primo impatto sembrano forti, ma attraverso i loro corpi e i loro istinti più puri e carnali, i protagonisti hanno la possibilità di esprimersi in maniera totalizzante, senza porre barriere tra loro. Li comprenderete e amerete ancora di più, poiché da un graffio può nascere una carezza, e un morso può trasformarsi in un bacio dolce da togliere il fiato.
La scrittrice in quest’ultimo romanzo della serie, ci fa incontrare nuovamente i protagonisti dei primi due volumi, Giada e Vincent, Ambra e Niccolò. Leggere di loro, e ritrovarli tutti insieme è stato come se volessero congedarsi definitivamente, anche se per quanto mi riguarda li porterò sempre nel cuore. Tre pietre preziose sono riuscite a conquistare il cuore di tre diversi animali selvatici.
“Avremmo dovuto chiederci scusa reciprocamente, ma non eravamo pentiti di nulla, nemmeno del male che ci facevamo. […] Pareva non ci potesse essere nulla ad accomunare una ragazza alto borghese di città e un uomo dei boschi, ma poi accadeva che ci incastravamo alla perfezione, tanto che non importava più chi o dove fossimo.”
Fatevi condurre nel bosco attraverso le parole e i silenzi di Anna Chillon, e lasciatevi trasportare da questa sensuale storia.
Buona lettura,
Silvia