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“Il mio corpo è sazio, ma il cuore è vuoto. Non ho nessuno altro a cui rivolgermi, a parte lui. Ha fatto in modo che fosse così. È l’unico che possa darmi qualcosa. Finché sarò chiusa in casa sua, è lui il padrone della mia vita.”
Diamanti allo stato grezzo riprende da dove termina il primo libro. Maxime riesce a riportare a riva Zoe, che si è lanciata in un tentativo di assaporare quella libertà che le era stata portata via. Tranquille, non è spoiler accade nelle prime pagine…
Da quel momento, tra i due si instaura una sorta di convivenza pacifica, in cui Zoe arriva a patti con il suo cuore.
“Lo odio tanto quanto lo amo, ma odio di più me stessa, perché lo amo. È la peggiore sofferenza possibile. È insopportabile.”
Difficile non ammettere a sé stessa di non essere innamorata di Maxime, sapendo che potrà avere solo il suo corpo e mai il suo cuore. Lui la reclama come sua proprietà, una spanna sopra l’amante, destinata però a non entrare nella famiglia ufficiale. Mai come in questo mafia romance, le gerarchie in campo amoroso assumono molta importanza.
Maxime le nasconde parecchio della sua vita, nutrendosi di lei, della sua voglia di vivere e della sua ingenuità. Per lui è difficile ammettere di provare delle emozioni e ancora di più, che sia lei a fargli provare qualcosa.
“Era ovvio che Zoe volesse l’amore. È romantica, una sognatrice. E, poi, se lo merita. Forse, se imparerà ad amarmi, il suo amore sarà sufficiente per entrambi.”
Quando la vede buttarsi dalla scogliera, sarà la prima volta per lui in cui proverà paura di perdere qualcuno a cui tiene; ma invece di affrontare quei sentimenti che innegabilmente sente di provare, continua a nascondersi dietro mille scuse.
“Lui è un incallito criminale col cuore annerito, mentre io sono un’ingenua romantica con la fantasia della principessa abbandonata”
Questa frase riassume perfettamente il rapporto tra loro due, Zoe non perde mai il lato romantico, anzi, per superare la sua prigionia si immerge ancora di più in esso. In fondo, se si osserva la sua vita da una certa prospettiva vive in una specie di castello a picco sul mare, insieme al suo principe azzurro di cui è innamorata.
La realtà è difficile da ignorare, soprattutto quando non fa altro che scoprire tutte le bugie che Maxime le ha raccontato, a partire da chi è veramente. Qui potrei aprire una parentesi su quanto sia esagerata la sua ingenuità quando si tratta di associare certi comportamenti a un determinato mondo criminale. Quando Zoe gli chiede se è andato alla polizia dopo l’ennesimo reato a cui assiste, mi sono quasi cadute le braccia. Ho chiuso un occhio perché amo questa scrittrice e le storie che ci regala, ma stavolta è stata più dura del solito.
Per quanto mi riguarda Zoe si riprende verso il finale, dove fa finalmente qualcosa di sensato e riesce ad architettare un piano dopo due anni di prigionia dorata.
Maxime appare più umano, come se vivesse diviso a metà: da una parte il suo essere mafioso, dall’altro la sua vita con Zoe in cui cerca di essere più normale possibile. Anche lui a volte non brilla di acume, ma lo perdono perché si sta trasformando in un boss un po’ sui generis.
Vi avverto subito che il finale di questo secondo libro, vi lascerà più sorpresi del primo, con una voglia malsana di scoprire cosa accadrà, soprattutto ora che Zoe ha tirato fuori gli artigli e Maxime non è un tipo propenso al perdono.
Ma non fatevi fermare da questo dettaglio sul finale, perché questa storia d’amore tra la principessa ingenua e il boss dal cuore nero merita tutto il vostro batticuore.
“No, fiorellino”. Nonostante il tono secco, la voce è dolce.
“Mi piace vedere il mondo attraverso i tuoi occhi.”
“Perché?”
“Perché sei tutto ciò che io non sono”
Valentina