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È difficile girare l’ultima pagina di un qualsiasi libro di Rebecca Quasi perché tutti ti rapiscono e quando finisci di leggerli è come se il “riscatto” del rapimento fosse stato pagato troppo in fretta. È successo anche con Di mercoledì e adesso mi mancano Michele, Nera, Eugenia, Angelica, Azim e Rodrigo!
Una storia irriverente, contraddistinta dallo stile anticonformista e schietto di questa scrittrice geniale. In questo libro di Rebecca Quasi, si toccano alcuni temi importanti, primo tra tutti il bullismo. Oso dire che il fulcro centrale della storia, ciò da cui tutto è cominciato, è proprio un atto di bullismo subito da Eugenia, la sedicenne figlia di Michele. Il secondo è il difficile rapporto tra un padre separato e una figlia adolescente complicata. Temi sussurrati e raccontanti con rispetto e comicità ma che vanno a bersaglio colpendo il lettore.
Michele, un uomo schivo, colto e affascinante, editore di grande successo si ritrova a ricostruire un rapporto dalle basi con una figlia persa nel tempo e ritrovata dopo la morte dell’ex moglie. Eugenia è una ragazza complicata, problematica, sovrappeso, sgraziata, da lui stesso inizialmente definita allegramente una “piccola damigiana”, e pure antipatica. Quello che non sa, e che scoprirà subito dopo, è che il comportamento di sua figlia ha un motivo serio e grave. Viene bullizzata dai compagni di scuola.
E proprio questo lo porterà al primo incontro con Nera, (anzi col suo fondoschiena!) preside del liceo frequentato da sua figlia. Nera, sexy da morire, capelli rossi e lunghissimi e due gambe chilometriche, lo convoca urgentemente nel suo ufficio, ammaliandolo all’istante.
“Quando vide arrivare una donna sulla sessantina e sotto il metro e cinquanta, rimase alquanto spiazzato. “venga” disse brusca la signora. Era la preside? Quell’acconto di donna dirigeva un liceo? Zoppicava anche leggermente, il che faceva ondeggiare in modo buffo, la nuvoletta di capelli bianchi che aveva in testa”.
E così, inizia tutto.
Rebecca Quasi utilizza un linguaggio eccentrico, fermo ma semplice, e per questo comprensibile a tutti. Regala prepotenza alla storia di Michele e Nera così piena di sensualità. Di Mercoledì è’ un libro piacevole e scorrevole, descritto con elegante ironia. Un libro che inizi a leggere sorridendo (e quanto bene fa soprattutto in tempi come questo!!!) e quel sorriso te lo porti dietro fino alla fine. I personaggi sono sempre così diretti, curiosi, talvolta apparentemente snob, brevi, concisi nei dialoghi e divertenti. Le conversazioni intriganti.
Un racconto che esplode anche con l’arrivo dei personaggi secondari ma non meno importanti, ognuno con la propria storia raccontata: Angelica, la vicina che lavora da Zara, una svitata pazzesca che avrà la “mission” di trasformare Eugenia e diventerà con poche righe una figura fondamentale del racconto che vedrà l’evolversi del rapporto padre-figlia. E poi ci sono Azim, e il piccolo Rodrigo, adorabile! E Maya!
Una stesura con uno stile “d’altri tempi”, un po’ vintage futuristico, usando parole ormai fuori dal comune con un linguaggio che fa sorridere arricchito di termini molto ricercati. Si comprende un profondo studio di ricerca dei minimi dettagli. Anche solo la scelta dei nomi e cognomi diventa esilarante. I libri di Rebecca Quasi sprigionano energia positiva anche descrivendo situazioni complicate.
“Perché allora non può uscire con me?”
“Bè…non è…Non si fa. Io sono la preside del liceo di sua figlia”.
“Non voglio corromperla. Voglio solo provarci. E non ci sto provando perché è la preside del liceo di mia figlia, ci sto provando perché lei mi piace”.
“Grazie, no”
“Ha esitato. Buon segno.”
“Ho cambiato idea. È ancora valida la sua proposta?”
“Mh…In questo momento sto valutando la preside del classico…”
“E’ un uomo.”
“Bè direi che allora il posto è suo.”
Con tutti i sotterfugi possibili Nera e Michele vi faranno innamorare dei loro “mercoledì”. Tutte avremmo bisogno di un giorno della settimana da dedicare all’amore.
Questa autrice che io ammiro moltissimo vince nei suoi racconti perché racconta la semplicità in un modo così comico che non si può non amarla. I suoi libri infondono anche la speranza che le belle storie d’amore non riguardano solo i giovani. Non c’è un tempo anagrafico per l’amore. E sarà meraviglioso vedere come tutte le vite raccontate si stravolgono in modo rocambolesco per poi ricomporsi e fortificarsi.
Nei ringraziamenti finali di Rebecca Quasi una sua frase mi ha fatto riflettere:
“Un libro non è davvero finito fino a che non passa nei pensieri di qualcun altro. È lì che prende vita sul serio e inizia la sua strada”.
Spero che questo libro entri nei vostri pensieri. Perché questa è una scrittrice sincera coi suoi lettori. La definirei di nicchia ma sarebbe per pochi e invece le auguro di essere conosciuta da tutti. Peccato non riesca a scrivere un libro a settimana!!!!
Indimenticabile
Wanessa