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Data di Pubblicazione 17 Febbraio 2022
Estratto
«Mi piace stare così» ammisi allungandomi meglio sul suo corpo, le sue mani che scorrevano sulle mie costole, lentamente. Una fioca luce mattutina inondava la stanza, sfiorando ogni mobile, ogni quadro, ogni fotografia. Disegnava pieni e vuoti e ci accarezzava entrambi nel suo manto caldo. Era una situazione surreale, sospesa.
«Piace anche a me.» Fu strano sentirlo dire da lui. Lo ricordavo reticente, sfuggente. Invece le sue mani non sembravano timide. Al contrario, esploravano, toccavano, diventavano quasi impudiche, senza essere irrispettose. Quando le sue dita sfiorarono un seno, mi uscì un respiro profondo.
«Cristo, Mac, non fare così. Ti prego» bisbigliò con una nota di sofferenza.
«Così come?»
«Lo sai come… sei… eccitante. Non riesco a resistere se sei così… languida.»
«Sei tu che mi accarezzi. Nemmeno io sono fatta di ferro!» mi lamentai. «Non puoi sempre fingere che sia colpa mia.»
Ridacchiò. «No, hai ragione. È colpa di entrambi, dobbiamo stare attenti.»
Mi sollevai, interrompendo quei preliminari travestiti da carezze innocenti. Lo guardai, sfidandolo. «Dimmi perché.»
«Come sarebbe a dire “perché”?»
«Io non sono più una ragazzina ed è chiaro che proviamo attrazione l’uno per l’altra. Perché ci stiamo trattenendo?»
«Tanto per cominciare ho una ragazza» replicò, scontroso.
«Con la quale litighi a causa mia. Inoltre, dopo tutti quei mesi non aver pensato a convivere alla tua età è un po’ strano, non credi?»
«Alla mia età? Mi fai sentire vecchissimo. E comunque non mi sento pronto a fare questo passo con lei. Ho avuto decine di famiglie e l’unica che funzionava era la tua. Non so se riuscirò mai a farmi una famiglia mia col passato che ho.»
Deglutii. «Davvero non vuoi una famiglia?»
«Non lo so, è una cosa che mi spaventa molto. Mio padre era un brav’uomo e guarda com’è finita. La mia famiglia adesso siete tu e Lucas, dico sul serio. Per ora mi basta.»
«E Sienna» aggiunsi, visto che casualmente l’aveva omessa.
«E Sienna.»
Il mio cuore si cristallizzò nel momento tremendo in cui lui aveva ammesso che Sienna faceva parte di questa famiglia ideale che lui aveva immaginato.
«La sposeresti?»
«Non credo nel matrimonio.» Quando ero ragazzina mi aveva dato la stessa risposta. “Non ti sposare mai, Mac”, mi diceva sempre. “Non c’è bisogno di diventare la moglie di qualcuno per essere felice, guarda tua prozia Rose!”.
«Non la sposeresti e non ci vivresti insieme. Come fa a essere la tua famiglia?» Quando mi ci mettevo diventavo un roditore fastidioso. Rosicchiavo, rosicchiavo… e non mollavo più.
«Non ho detto che non ci vivrei. Probabilmente lo farò, ma non ora.»
Ammutolii. Stavo raccogliendo le forze per la prossima domanda, quella il cui esito mi spaventava più di qualunque altra cosa. «Tu… tu la ami?»
«Non lo so, Mac. Forse. Col tempo.»
Respirai appena prima di fargli un’altra domanda, guardandolo fisso negli occhi. «Mi hai amata almeno per quella notte? O stavi davvero fingendo come ti avevo chiesto di fare? E non intendo come una sorella…»
«Ma che domanda è?»
«Rispondi.»
Connor sollevò una mano per togliermi un ciuffo dal viso. Io ero inginocchiata di fronte a lui, consapevole del fatto che la risposta che stava per darmi avrebbe potuto rigettarmi nel baratro. Stavo rischiando grosso. La testa, il cuore. La mia salute.
«Con te non ho mai finto Mac. Ti ho amata e ti ho odiata per anni, non solo quella notte. Ma non vado bene per te, ti ho fatto troppo male e potrei fartene ancora.»