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“Una fioraia e un re non hanno futuro, se non nelle favole,
e tu sai quanto io sia riluttante a credere nel lieto fine a tutti i costi.”
Ogni tanto, ancora oggi, con le figlie adolescenti facciamo una classifica delle principesse delle favole preferite, quelle che abbiamo amato di più quando eravamo bambine. Le discussioni spesso si concludono con ”…ma ti pare possibile che le principesse accettassero tutto senza mai ribellarsi? Per essere felici è necessario trovare il principe azzurro? La più moderna è la principessa e il ranocchio, quando lei bacia il rospo, diventa anche lei una rana e si innamorano brutti e verdi, senza nemmeno sapere se torneranno umani…”
Irene Catocci ci regala una favola moderna, ambientata negli anni 2000 con due protagonisti giovani ma caratterialmente forti: Alfredo, principe ereditario del regno di Ardezia, una piccola isola nel mare del Nord e Inger fioraia bella e brava nel suo lavoro. Quando erano bambini, d’estate trascorrevano molto tempo insieme a Wossermer, una località dove i reali avevano un castello e Inger passava il tempo con la nonna materna, cuoca della famiglia reale. Da adolescenti l’amicizia si era trasformata in amore ma all’improvviso Alfredo è sparito senza farsi più vedere né sentire per 10 lunghi anni, lasciando in entrambi un sentimento profondo, irrisolto e mai dimenticato.
Alfredo è il principe ereditario ed è stato cresciuto e formato con uno scopo ben preciso: quello di diventare re e prendere un giorno il posto di suo padre. Nessuno ha fatto caso alle sue preferenze negli studi, alle sue inclinazioni, ai suoi sentimenti e alle sue paure. Un re non può mostrare debolezze e sensibilità, il regno deve essere la sua unica priorità; tutto è stabilito da altri e deve rispettare regole rigide e protocolli.
“Da ragazzo credevo di aver trovato l’anima gemella, ma era pura illusione.
Sono lo scapolo più ambito del regno, con una montagna di responsabilità sulla testa e un titolo altisonante che mi accompagna da tutta la vita. Tutto quello che per le altre persone è pura normalità, per me è utopia. L’amore in special modo.
Non darò più ai sentimenti il potere di spezzarmi l’anima in due”
Inger è una ragazza semplice che è cresciuta con la mamma, gestiscono insieme un negozio di fiori. Inger li raccoglie personalmente nella riserva naturale vicino a casa, che utilizza per farne bellissime ghirlande e composizioni. Ama il suo lavoro, pensa che occuparsi dei fiori sia molto meglio che curare le persone. Vive da sola in una casetta in campagna con una grande oca grigia come animale da compagnia. Da quando Alfredo è andato via 10 anni prima, senza nemmeno salutarla, qualcosa è morto dentro di lei. Si è sentita abbandonata, trattata in maniera ignobile; non crede più all’amore e odia Alfredo dal profondo del cuore.
“Ho amato un solo ragazzo in tutta la mia vita, anche se era quello sbagliato.
Penso ancora a lui, ci ho sempre pensato troppo, anche se adesso lo odio con tutto il cuore.”
L’inaugurazione di un museo naturalistico riporta Alfredo nella cittadina di Wossermeer. I due si rivedono e l’amore reciproco che entrambi avevano accuratamente provato a seppellire nel profondo, riesplode più intenso di prima.
“Chi dice che col tempo si dimentica il dolore dell’abbandono, non ha mai amato, perché io posso giurare che nel momento in cui l’ho rivisto ho ricordato ogni nostro misero e insignificante attimo vissuto insieme. O forse non ho mai dimenticato nulla, ho solo chiuso i ricordi da qualche parte dentro di me”
“Dopo di lei, l’unica cosa che mi ha accompagnato per mano per tutti questi anni è stato il rimpianto e il dolore perché, nell’attimo in cui ho di nuovo puntato i miei occhi nei suoi, ho capito che lei è indelebile come le paludi in cui ci rifugiavamo da adolescenti per baciarci”
Nonostante la sofferenza patita da parte di entrambi, rivedersi porta inevitabilmente a risvegliare la potente attrazione che li lega. Quando sono vicini non riescono a stare lontani l’uno dall’altra, il loro è un sentimento molto forte che li travolge nuovamente. La permanenza di Alfredo al castello si prolunga e gli permette di iniziare un percorso di trasformazione interiore. Comincia a chiedersi come può diventare un buon sovrano se non permette ai suoi veri sentimenti di emergere e, gradatamente, si lascia alle spalle tutti quegli atteggiamenti negativi e arroganti che lo hanno caratterizzato fino a quel momento. Inger non si fida, Alfredo l’ha delusa enormemente, si è creata intorno al suo cuore ferito delle mura molto solide, difficili da sgretolare e soprattutto non crede possibile un futuro tra due persone così distanti come loro. Quando una sera viene invitata alla festa di compleanno di Alfredo a palazzo, non può non paragonarsi a Cenerentola invitata al ballo…
”Spero che, allo scoccare della mezzanotte, il mio destino sia migliore del suo e che il bozzolo magico in cui sono avvolta non esploda in mille pezzi trasformandosi in un incubo”
Riuscirà il loro amore a superare tutte le difficoltà e i pregiudizi legati alle classi sociali così diverse? Potranno vivere la loro storia alla luce del sole senza ferirsi a vicenda, mantenendo la loro identità pur dovendo inevitabilmente arrivare a compromessi nel loro stile di vita? Riusciranno a convincersi e a convincere le persone vicine a loro che il sentimento che li lega è davvero indissolubile?
Una favola scritta in chiave moderna dove l’amore predomina insieme alla bellezza dei suoi personaggi e a una scrittura limpida che Irene Catocci sa usare come una bacchetta magica per far arrivare emozioni.
L’autrice ha già annunciato che questo romanzo è il primo di altri 6 a tema Royal e noi non vediamo l’ora di leggerli tutti!
“A mille ce n’è
nel mio cuore di fiabe da narrar…”
Cristina